05 Dicembre 2021, 12:16
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PALERMO – Il commercialista palermitano Fabio Petruzzella, detenuto con le accuse di riciclaggio (CLICCA QUI PER LEGGERE), resta in carcere. A deciderlo è stato il tribunale del Riesame accogliendo l’istanza della Procura di Palermo.
Al professionista, per un capo di imputazione, sono stati riconosciuti i domiciliari, ma per l’accusa principale è stata confermata la custodia cautelare in carcere, perciò Petruzzella non lascerà l’istituto di pena. Il commercialista è stato arrestato insieme a Francesco Zummo, 90enne imprenditore di Palermo plurindagato e socio dell’ex sindaco mafioso Vito Ciancimino, anche lui accusato di di riciclaggio aggravato dalla transnazionalità.
Petruzzella, longa manus del costruttore, lo avrebbe aiutato a far sparire, sottraendoli alla confisca, 19 milioni spostati sul conto di una banca a Tirana. L’inchiesta ha coinvolto anche un gruppo di albanesi che avrebbero aiutato Zummo e i suoi complici nelle loro operazioni finanziarie. Ex socio di Ciancimino, Zummo venne indagato anche dal giudice Giovanni Falcone e fu condannato in primo grado a 5 anni per favoreggiamento e associazione mafiosa e poi assolto in appello.
Nel 2001 gli vennero sequestrati beni per circa 150 milioni di euro. Decine di pentiti lo hanno accusato di avere spostato in istituti di credito all’estero e in particolare in Svizzera, grosse somme di denaro di provenienza illecita, di aver riciclato il tesoro di Ciancimino e del “sacco” edilizio di Palermo e di essere stato in passato “a disposizione” di Cosa nostra.
“Accuse ridimensionate, misura sproporzionata, faremo ricorso per cassazione. Il Tribunale del Riesame ha escluso la finalità agevolatrice dell’associazione mafiosa e – scrivono in una nota Roberto Tricoli e Luigi Miceli che assistono Petruzzella -, conseguentemente, la totale infondatezza di qualunque ipotesi di collusione con la criminalità organizzata. Il Dott. Petruzzella resta, purtroppo, in carcere, nonostante la massima misura coercitiva fosse stata applicata prevalentemente sulla pretesa volontà di favorire la mafia, oggi perentoriamente esclusa. La carcerazione preventiva rimane agganciata esclusivamente al reato di riciclaggio, che riteniamo tecnicamente insussistente, anche alla luce delle dichiarazioni rese, sul punto, dal nostro assistito. Attendiamo il deposito della motivazione, per comprendere le ragioni per le quali il notevole ridimensionamento dell’originaria ipotesi di accusa, avallata dal G.I.P., non abbia determinato la fisiologica revoca o sostituzione della custodia in carcere. Faremo ricorso per cassazione – annunciano i due avvocati -, anche per contestare l’inusuale eccessività della misura cautelare applicata al Dott. Petruzzella“.
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05 Dicembre 2021, 12:16