Riesame, Saffo e Cavallaro| restano in carcere

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05 Novembre 2013, 18:21

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CATANIA – Giuseppe Saffo e il nipote Francesco Cavallaro, coinvolti nello scandalo Formazione, rimangono dietro le sbarre. Confermati i domiciliari per le rispettive mogli Concetta Cavallaro e Manuela Vittoria Nociforo. E’ questa la decisione del tribunale del Riesame che ha di fatto confermato in pieno l’ordinanza del Gip di Catania e quindi la piattaforma indiziaria formulata dai sostituti procuratori Giuseppe Gennaro e Alessandro La Rosa. L’operazione della procura, denominata Pandora, aveva portato allo scoperto un mega affare milionario che riguardava l’illegittima appropriazione dei fondi destinati alla formazione professionale. Il riesame, dunque, ha rigettato l’istanza presentata dai difensori degli arrestati per i reati di associazione a delinquere, truffa aggravata, corruzione, frode fiscale e falso. Ha accolto, invece, parzialmente le richieste dei legali derubricando il reato di peculato in truffa aggravata. Confermato dal riesame anche il provvedimento di prevenzione che prevede il sequestro per equivalente dei beni. Restano i sigilli, dunque, al Lido Le Palme della Playa di Catania.

L’INCHIESTA – La Polizia Tributaria delle fiamme gialle, ha svolto un’indagine tra il 2005 e il 2010,  da cui emergerebbe la creazione di una vera e propria associazione a delinquere “in famiglia” con a capo  Giuseppe Saffo, il  piccolo “re” degli stabilmenti baleneari a Catania.  Era stato messo in piedi un sistema di società cartiere con cui gli indagati sarebbero riusciti a truffare la Regione. La frode ammonterebbe a nove milioni di euro, una piccola fetta del patrimono destinato alla collettività. L’inchiesta, lo scorso 14 ottobre, fece emergere numeri da capogiro: 52 persone denunciate, 4 enti coinvolti oltre ad alcune società, 115 progetti professionali finiti sotto la lente d’ingrandimento degli investigatori oltre ad un sequestro preventivo di 3 milioni e settecentomila euro. Gli enti di formazione finiti nel terremoto scatenato dall’inchiesta Pandora sono l’I.R.A.P.S (Istituto Di Ricerche Ed Applicazioni Psicologiche E Sociologiche ), l’ A.N.F.E. sede provinciale di Catania,   l’I.S.S.V.I.R. (Istruzione, Servizi, Sport, Volontariato italiano e regionale) e l’A.N.F.E.S. (Associazione Nuova Famiglie Emigranti Siciliani).

IL COMMENTO DI GENNARO – “La Procura – afferma a LiveSiciliaCatania il pm Giuseppe Gennaro  – è consapevole di questo risultato, comunque andiamo avanti perchè l’indagine è solo all’inizio”. Insomma come era stato detto in conferenza stampa, questa è solo la punta dell’iceberg.

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LA POSIZIONE DELL’ANFE NAZIONALE – “Abbiamo già presentato il 9 luglio 2013, quindi ancor prima della misura cautelare, alla Procura di Catania – dichiara a LiveSiciliaCatania Paolo Genco, presidente nazionale dell’Anfe – la documentazione per la nomina di difensore della persona offesa manifestandosi la volontà di costituirsi parte civile nei confronti degli indagati nel momento in cui si aprirà il procedimento a loro carico”. Genco, inoltre, tiene a precisare che due anni fa la sezione provinciale di Catania era stata già commissariata non appena venuti  a conoscenza dell’iscrizione nel registro degli indagati di Giuseppe Saffo. Inoltre, dopo la notizia degli arresti, l’Anfe nazionale ha ratificato la deliberazione del direttivo regionale dell’Ente per l’espulsione dall’associazione di Giuseppe Saffo, il nipote Giuseppe Cavallaro e delle altre persone coinvolte nell’inchiesta Pandora.

 

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05 Novembre 2013, 18:21

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