28 Giugno 2022, 19:15
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CATANIA – Il 18 per cento. A tanto ammonta l’aumento della Tari che domani pomeriggio sarà al vaglio del Consiglio comunale di Catania. Si tratta, peraltro, del secondo aumento al voto in questa consiliatura: per non decidere sul precedente, nel 2019, l’attuale assessore ai Rifiuti Andrea Barresi aveva lasciato l’aula di Palazzo degli elefanti. Mentre adesso si trova lui stesso a dovere promuovere un ulteriore incremento che, in giorni in cui la città è piena di immondizia, sarà ancora più difficile da fare digerire ai cittadini.
Ai consiglieri comunali di Catania, domani, arriveranno due documenti: il Piano economico finanziario dei rifiuti e l’approvazione dell’aggiornamento delle tariffe della Tari. Si tratta di due delibere complementari e la prima serve a spiegare la seconda. Nel Piano economico finanziario (Pef), approvato dal collegio dei revisori dei conti e “validato” dalla Società di regolamentazione dei rifiuti (Srr) Catania metropolitana, si spiega quanto conta di spendere Palazzo degli elefanti dal 2022 fino al 2025, quando sarà necessario un ulteriore adeguamento.
Il fatto è che i rincari nel costo dell’energia elettrica, come spiegato a LiveSicilia mesi fa dal sindaco facente funzioni Roberto Bonaccorsi, si riverberano direttamente sul costo di trattamento dei rifiuti. La Tari è una tariffa che si scarica totalmente sui cittadini, quindi il ragionamento è lineare: se il conferimento in discarica è più caro, allora anche la tassa sui rifiuti deve seguire lo stesso andamento. Affinché i costi di conferimento incidano sempre meno sulla composizione della Tari, è necessario che aumenti la raccolta differenziata e che, quindi, si riduca la quantità di indifferenziato da avviare alla discarica.
È un ciclo perfetto che, come punto di partenza e di arrivo, ha sempre i cittadini. Stando al Pef che arriverà al voto domani, “si deve prevedere un aumento dei costi di circa 20 milioni di euro“. Bisogna passare, cioè, dagli 83,6 milioni di euro l’anno originariamente previsti ai 102,9 milioni per il 2022, più o meno stabili fino al 2025 (con la variazione di qualche centinaio di migliaio di euro in più o in meno nel triennio). “Tale situazione – si legge nei documenti – è legata a fattori non controllabili dall’Amministrazione comunale“.
Se è vero che entro settembre 2022 il Comune di Catania conta di coprire tutto il territorio con la raccolta porta a porta, è anche vero che la Sicula Trasporti, proprietaria del TMB (trattamento meccanico-biologico) che prepara la spazzatura al conferimento in discarica, ha annunciato possibili incrementi tariffari fino a 400 euro a tonnellata di immondizia. Superando di gran lunga i 240 euro a tonnellata attualmente applicati, già frutto di rincari.
È così che si arriva alla costruzione della “bolletta” che arriva nelle case dei catanesi. Il cui aumento, scrive l’amministrazione, sarebbe stato “mitigato significativamente” anche dal miglioramento delle percentuali di raccolta differenziata. Si arriva quindi all’incremento delle tariffe del 18 per cento. Se, dal 2019, una famiglia pagava 4,8 euro di Tari al metro quadrato, adesso pagherà 5,66 euro.
Il consigliere comunale Lanfranco Zappalà aveva annunciato l’aumento nel fine settimana, tramite i social, denunciando l’impossibilità di votare un incremento simile. Adesso che la convocazione del senato cittadino è fissata per domani, è Graziano Bonaccorsi del Movimento 5 stelle ad annunciare battaglia: “Non voteremo mai questa follia”, dice il consigliere pentastellato, invitando i catanesi a presentarsi in aula, alle 19 di domani.
A ruota è arrivato anche l’invito di Sinistra italiana, opposizione fuori dal Consiglio. “Paghiamo già la tassa più alta d’Italia, per il peggior servizio di raccolta del Paese – si legge in una nota diffusa alla stampa – La Tari dovrebbe essere abbassata per il pessimo servizio, altro che aumentata”. Anche loro spingono i cittadini a protestare: appuntamento in piazza Duomo “per dire No all’aumento della Tari“.
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28 Giugno 2022, 19:15