Rifiuti, Catania ferma al palo |Nel 2013 differenziata al 9,9%

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05 Giugno 2014, 14:08

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CATANIA – Una situazione disastrosa che fa apparire Catania ancora ferma agli anni Ottanta. È quella relativa al sistema di gestione dei rifiuti – inteso sia come produzione che come smaltimento – sul quale l’Adiconsum etnea ha organizzato un convegno, partendo dai dati elaborati dal Centro studi dell’associazione dei consumatori di area Cisl, che fotografano una città che, oltre a detenere il primato italiano di maggiore produttrice di rifiuti pro capite, è anche tra quelle che differenziano meno. “L’idea – spiega il presidente regionale, Vincenzo Romeo – è quella di avviare un percorso con un confronto serrato che possa tracciare la giusta via per migliorare la situazione. Strade uniche non esistono – aggiunge – bisogna trovarle attraverso l’analisi delle situazioni particolari, adeguando le risposte alle esigenze le territorio”.

Partendo, innanzitutto, dalla consapevolezza che occorre agire sull’aspetto culturale, fondamentale per fare crescere la coscienza civica sul tema, ottenendo in questo modo maggiore collaborazione. In questo senso, secondo Adiconsum, occorrerebbe puntare più e meglio sull’informazione. Ma non basta, tra le tante criticità segnalate, c’è anche l’aspetto legato all’assenza di controlli e degli incentivi.

Senza dimenticare l’aspetto tipico di una città dalla forte conurbazione con altri comuni, che fa crescere la produzione locale per via del respiro metropolitano di Catania e per il fenomeno cosiddetto del pendolarismo dei rifiuti. Oltre alla tipologia di appalto che non prevede né il sistema cosiddetto porta a porta né meccanismi dai premialità nei confronti della collettività. Una serie di problematiche che contribuiscono in maniera pesante sull’altare quantità di rifiuto pro capite prodotto, da un lato, e sulle percentuali minime di raccolta differenziata, ferma nel 2013, a una media del 9,9%. Percentuale addirittura diminuita rispetto all‘anno precedente, quando era al 12,8%.

“Ci siamo posti il problema di come aumentare la raccolta differenziata – sottolinea l’assessore all’Ambiente del Comune di Catania, Rosario D’Agata. E il porta a porta ci sembra la migliore – prosegue – ma noi non possiamo realizzarla, attualmente, per via del contratto che abbiamo ereditato e che vorremmo superare”. Come già più volte annunciato, infatti, l’amministrazione comunale starebbe tentando di verificare la possibilità di rescissione. Non solo. Fondamentale, per l’assessore D’Agata, è cambiare l’approccio, valutando Catania per quello che è, una città metropolitana nei fatti.

“Ogni giorno circa sessantamila macchine entrano in città – afferma – e questo è un aspetto di cui non si può non tenere conto. Comunque, stiamo tentando di operare delle scelte anche nell’ambito del territorio gestito dal Comune, cercando i fondi per attivare l’isola ecologica di Nesima, che abbiamo ereditato completamente vandalizzata e per cui occorrono 100 mila euro”. Il delegato del sindaco Bianco ha anche sottolineato come sia stata l’attuale amministrazione ad attivare i meccanismi di premialità nei due centri di raccolta comunali attivi, quallo di viale Tirreno e quello di via Gianni, a Picanello.

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All’incontro, moderato dalla direttrice di Catania pubblica, Elisa Catanzaro erano presenti anche il presidente di Adiconsum Catania, Emanuele Bonomo, alcuni esponenti del Consiglio comunale, tra cui il vicepresidente vicario Sebastiano Arcidiacono, e il segretario cittadino della Cisl, Rosaria Rotolo che ha puntato l’attenzione su alcuni aspetti ritenuti fondamentali per il sindacato, tra cui quello di mantenere i livelli occupazionali in caso di cambio di appalto o nel passaggio tra i vari sistemi di gestione.

 

 

 

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05 Giugno 2014, 14:08

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