Revocati i domiciliari a Proto | L’imprenditore ha l’obbligo di firma

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02 Aprile 2015, 05:03

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CATANIA- Tornano liberi Domenico Proto e il funzionario regionale Gianfranco Cannova, arrestati lo scorso luglio con l’accusa di corruzione. La motivazione ufficiale è l’imminente scadenza dei termini di custodia cautelare in attesa di giudizio: a Cannova è stata revocata la custodia in carcere, a Proto gli arresti domiciliari. La Procura di Palermo è convinta che sussita ancora oggi il rischio di reiterazione del reato, non quello di inquinamento probatorio, viste le ammissioni di alcuni episodi, da parte di Proto, durante gli interrogatori. Proto, signore catanese dei rifiuti, gestore della Oikos, colosso che si occupa dello smaltimento della monnezza nella discarica di Motta Sant’Anastasia, ha l’obbligo di dimora nel comune di Misterbianco, dov’è residente.

Gli inquirenti ipotizzando l’esistenza di un “consolidato, stratificato ed articolato rapporto  criminoso” tra Proto e Cannova. Una meccanismo oleato da favori e regalie che sarebbe servito a consentire alla discarica gestita da Proto di restare aperta, ottenendo provvedimenti amministrativi favorevoli.

Il 10 ottobre del 2011 Cannova comunicava a Proto una notizia riservata: “Il fascicolo è in mano a Mimmo e stasera mi dice se va bene”. Alle 20 e 36 dello stesso giorno scriveva: “I documenti vanno bene. Domani mi faccio spedire da Veronica la firma digitale e presento il tutto”. Veronica era una collaboratrice di Proto. Cannova, secondo i Pm, si sarebbe “interessato di seguire, passo passo, tale pratica amministrativa addirittura concordando con il Proto le fasi successive”.

Numerose le conversazioni intercettate. Nel novembre 2011 l’imprenditore catanese regalava a Cannova la trasferta a Rimini in occasione della fiera Ecomondo sul riciclo di rifiuti. “Ti ho messo partenza da Catania, vedi… perché se no dovevi… – diceva Proto al funzionario regionale- fai una cosa, parla con Veronica…. dagli l’input qual è la disponibilità e ti faccio cambiare tutte cose”. Cannova assicurava: “Senti, vedi che è arrivato l’altro documento che praticamente parla di nuovo di e… annullamento del decreto AIA nei confronti di Oikos… ora faccio i fax e glieli faccio arrivare a Veronica, quindi questa cosa continua, è quella del direttore, pensavo fosse finita e invece continua”.

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L’imprenditore catanese temeva il ritiro delle autorizzazioni e chiedeva: “Da parte di chi arriva questo documento?”. “Da parte del direttore -rispondeva Cannova- che, praticamente, gli ha scritto l’ufficio di gabinetto dell’assessore, perché ha avuto la richiesta da parte della Prefettura. Ufficio di presidenza, segreteria tecnica, da parte del presidente… della… della Regione… Scrive Arnone perché vuole risposta la Monterosso, Patrizia Monterosso, ch’è il capo di gabinetto di Lombardo… te lo faccio arrivare tramite fax.. ehm… stasera vattelo a prendere in ufficio”. Gli investigatori hanno documentato che Cannova si è recato a Rimini portandosi dietro il “documento in originale” e ha alloggiato al Grand Hotel di lusso. Il conto da 717 euro è stato pagato con la carta di credito di Proto. Agli atti ci sono i pernottamenti di Cannova all’Hotel Baia Verde di Acicastello, sempre a spese della Oikos: tra il 2008 ed il 2012 i Cannova hanno soggiornato venti volte nello stesso albergo. Le fatture erano tutte intestate, tranne una, alla Oikos per un totale di 31.152 euro.

Cannova avrebbe fornito un contributo determinante per gli affari di Proto, in alcuni casi, consigliando di aumentare la tariffa per il conferimento dei rifiuti. “Quindi, se tu vuoi, la revisione della tariffa, non della TIA (Tariffa Igiene Ambientale ndr), della tariffa la puoi chiedere a me direttamente… Mimmo… Mimmo… una cosa una cosa sola. La tariffa di 5 anni fa, ma tu lo sai il gasolio a quanto era 5 anni fa?… ti do un’altra chiave di lettura, un’altra soluzione. E…io sto mettendo avanti l’aggiornamento… ora a febbraio programmo la prima conferenza… in occasione dell’approvazione dell’AIA dell’aggiornamento… e tutto questo incide, incide tantissimo. Ecco perché non si può tenere quella tariffa. Infatti la questione va rivista, però la camuffiamo, come AIA. Capisci?”.

E’ proprio Cannova a confessare al figlio, mentre le cimici registrano, che Proto non si limitava soltando ai regali, c’erano anche i contanti. “Se io lavoro mi da… mi da soldi pe… non regala nessuno niente”; “Se tu li meriti perché sei bravo e lavori, te li danno”; “Ma tu con Mimmo ci collabori?”, “Certo”; “E quindi te li da i soldi?”; “Certo”; “Quanti soldi ti ha dato?”, “Dipende quello che faccio, se guadagno 10.000 mi da 10.000, se guadagno 5.000 mi da 5.000”.

LA REPLICA. Domenico Proto è assistito dallo studio Ziccone, guidato da Guido, luminare del diritto penale catanese. Il legale, analizzando le varie fattispecie di corruzione contestate all’imprenditore etneo, contattato da LivesiciliaCatania si dice “convinto che saremo in grado di dimostrare che tutti gli atti compiuti dai pubblici ufficiali siano legittimi, mi sembra eccessivo aver considerato una sorta di favore l’essere stato disponibile a illustrare e aiutare il privato nel compimento di complessi atti amministrativi che possono essere un eccesso di cortesia ma non certo un atto illecito”.

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02 Aprile 2015, 05:03

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