Discarica Oikos, tutti contro il Cga: un'altra battaglia - Live Sicilia

Discarica Oikos, tutti contro il Cga: la battaglia legale pronta a ricominciare

La temperatura a Valanghe d'inverno torna ad alzarsi
LA CONFERENZA STAMPA
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MISTERBIANCO (CATANIA) – “Questo gioco dell’oca con la discarica Oikos ci riporta indietro a una casella di diversi anni fa. Abbiamo già dato mandato al nostro legale di opporsi”. Il sindaco di Misterbianco Marco Corsaro usa un’immagine che fotografa i sentimenti dei comitati No discarica di Motta Sant’Anastasia e di Misterbianco. Da anni attivisti e cittadini lottano per la chiusura dell’impianto della famiglia Proto, in contrada Valanghe d’inverno, a metà tra i due territori. Quando avevano cominciato a cantare vittoria, un’altra batosta: l’ordinanza del Consiglio di giustizia amministrativa della Regione Siciliana che sospende, in via cautelare, gli effetti di una sentenza sempre del Cga datata 5 giugno 2023.

“Alla Regione Siciliana chiediamo di prendersi una responsabilità, una volta tanto: chiediamo ufficialmente di non autorizzare alcun ulteriore abbancamento di immondizia alla discarica Oikos, a prescindere dalla sospensiva concessa dal Cga”, dice Anna Bonforte, componente del comitato No discarica e vicepresidente di Zero Waste Sicilia, durante una conferenza stampa convocata per questa mattina al teatro comunale di Misterbianco. Accanto a lei, oltre alla storica attivista Josè Calabrò, anche il sindaco misterbianchese Marco Corsaro. “Gli abbancamenti sono illegittimi e la discarica deve essere chiusa“, attacca ancora Bonforte. E rivolgendosi a Corsaro puntella: “Sindaco, il governo regionale è del suo stesso orientamento. Confidiamo che lei faccia sentire forte la sua voce“.

La battaglia delle sentenze

La temperatura, insomma, si è di nuovo alzata attorno alla discarica Oikos. I giudici amministrativi di secondo grado, poco meno di sei mesi fa, avevano definito illegittimo il rinnovo dell’Aia, l’Autorizzazione integrata ambientale che permetteva alla discarica di Valanghe d’inverno, in territorio mottese, di restare aperta. Adesso è sempre un collegio del Cga a dire che, mentre si decide se il “ricorso per revocazione” avanzato dalla società del patron Mimmo Proto possa essere accolto nel merito, si può mettere in stand-by l’esito della sentenza di giugno. A seguito della quale la discarica aveva chiuso i battenti.

Già all’indomani della decisione del Consiglio di giustizia amministrativa, Oikos aveva dichiarato a LiveSicilia che sarebbe andata avanti. L’azienda aveva anticipato che avrebbe battuto, in particolare, sulla distanza degli impianti dal centro abitato, un’imposizione definita “incostituzionale” dai legali della discarica. Ma che è uno dei punti – assieme alla storia della famosa particella 131 e della Tavola 03 – che spingeva i giudici amministrativi a valutare inefficaci le autorizzazioni rilasciate all’impresa. L’udienza di merito non è ancora stata fissata. Solo a quel punto si saprà se le doglianze di Oikos sono valutate meritevoli di accoglimento oppure no.

Un milione per l’immondizia

Nel frattempo, però, con una fidejussione da un milione di euro, Valanghe d’inverno può riaprire fino a saturazione della disponibilità residua delle vasche. Circa 251mila metri cubi, secondo quanto comunicato dall’azienda alla Regione Siciliana. “Pensavamo che il Cga fosse l’ultimo livello – afferma Josè Calabrò – invece si va ancora avanti. E quello che più ci preoccupa è che la Regione Siciliana sta valutando di cancellare la norma che prevede la distanza minima dai centri abitati”. Cioè il limite dei tre chilometri, che il presidente Renato Schifani e l’assessore ai Rifiuti Roberto Di Mauro starebbero pensando di abrogare, perché potrebbe riguardare anche centri di compostaggio e isole ecologiche da finanziare con il Piano nazionale di ripresa e resilienza.

“La città di Misterbianco ha già dato – risponde Corsaro – Il bene di un territorio non può e non deve avere colore politico. Nella battaglia per la chiusura della discarica io mi spoglio della maglia del mio partito (Forza Italia, ndr) e indosso quella dei miei concittadini”. Una maglietta che, dopo la sentenza di giugno, sarebbe dovuta andare in soffitta: gli attivisti No discarica erano pronti a vigilare sulla bonifica, sul ripristino dello stato dei luoghi, sulla gestione del post mortem dell’impianto. Invece devono affrontare altre 251mila metri cubi di spazzatura.


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