06 Febbraio 2024, 17:02
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PALERMO – M5s e Pd hanno contestato il ritorno in aula della riforma delle Province sostenendo che il ddl dovrebbe essere riscritto all’ordine del giorno dopo il rinvio in Prima commissione e per regolamento poteva rientrare in aula dopo quindici giorni e non sette come è avvenuto. La seduta, dopo una lunga discussione da parte dei deputati, è stata sospesa e rinviata alle 14.30 di domani.
Dopo una breve sospensione dei lavori, la Presidenza dell’Ars è andata avanti con la seduta sulla base di alcune precedenti, il presidente Gaetano Galvagno aveva ricordato che prima del rinvio in commissione aveva comunicato all’aula il ritorno del ddl oggi e nessun deputato aveva fatto osservazioni. Si è proceduto con la discussione generale del testo. Molti deputati del centrodestra hanno preso la parola, anche in attesa che i parlamentari del centrodestra assenti facessero ritorno in aula.
“Nel corso della discussione sulla norma relativa alle province, emerge chiaramente un’incongruenza tra i commi 7 e 8 dell’articolo 2 e dell’art. 3, che richiede una profonda riflessione – dichiara il leader di Sud chiama Nord Cateno De Luca -. Al comma 7 si osserva una contraddizione evidente: da un lato si prevedono le stesse norme per ineleggibilità e incompatibilità al Parlamento siciliano, che impediscono ai sindaci dei comuni con oltre 20.000 abitanti di candidarsi, tranne che si dimettano. Dall’altro, nella seconda parte del comma 7, si prevede che i sindaci e i membri della giunta comunale non possano candidarsi alle cariche provinciali. Come se non bastasse nel successivo comma 8 si fa riferimento a presunta incandidabilità per i sindaci dei comuni superiori a dieci mila abitanti. Questa contraddizione solleva interrogativi importanti: i sindaci dei comuni sopra i 20.000 abitanti possono candidarsi o no? Ho richiesto che il testo torni nella competente commissione, poiché è evidente che non è stato approfondito a sufficienza. Il testo attuale presenta una serie di contraddizioni che devono essere risolte prima di procedere con l’approvazione. È chiaro che il testo è stato elaborato in fretta e furia per essere portato in aula, senza concedere il tempo necessario per una valutazione accurata e la presentazione di emendamenti integrativi da parte dei deputati. Mi aspetto che il presidente della commissione affari istituzionali – ha concluso De Luca -, Abbate, abbia il buon senso di riconoscere le contraddizioni presenti nel testo e accetti la proposta di rimandarlo per una revisione adeguata e un’analisi approfondita”.
“Mai visti tanti colleghi di maggioranza intervenire durante la discussione generale di un disegno di legge per recuperare i numeri in aula perché molti di loro sono assenti. Chiedo al presidente della Regione Renato Schifani di ritirare il ddl per ridiscuterlo dopo l’abolizione della legge Delrio – ha dichiarato il deputato del M5S Nuccio Di Paola e vicepresidente dell’Ars Non ci sono le condizioni per andare avanti”.
“Con voto unanime dell’aula avevamo rispedito questo pessimo ddl in commissione, nella speranza che fosse turata qualcuna delle numerose falle presenti nel testo. La norma è tornata in aula non solo senza modifiche, ma senza nemmeno essere minimamente discussa, a riprova dell’arroganza del governo e della sua maggioranza. Questa legge, senza risorse per i servizi, non servirà ai cittadini, è solo un poltronificio”. Lo ha affermato il capogruppo del M5S all’Ars Antonio De Luca, nel corso della discussione generale sul ddl sulle Province a sala d’Ercole. “Schifani – ha proseguito Antonio De Luca – dovrebbe ritirare questo testo, messo su in fretta e furia solo a scopi elettorali, in vista dei prossimi appuntamenti con le urne, Europee in testa. Se avessero messo nella redazione di questo ddl lo stesso impegno che governo e maggioranza hanno messo per la vergognosa spartizione delle poltrone della sanità, sicuramente avremmo ora un testo s più decente”.
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06 Febbraio 2024, 17:02