Cronaca

Rinascente, i dipendenti si ‘tassano’ lo stipendio per l’affitto

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22 Ottobre 2020, 15:11

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PALERMO – Non si trova un accordo sull’affitto della Rinascente? La differenza la pagano lavoratori e lavoratrici del negozio in via Roma. A lanciare la provocazione sono proprio i dipendenti, con una lettera indirizzata al ministro del Lavoro Nunzia Catalfo, ma fra i destinatari figurano anche i vertici del colosso della moda, il sindaco Leoluca Orlando, l’ente previdenziale Inarcassa che possiede l’edificio e la società Fabrica Immobiliare che lo gestisce. Un ultimo atto prima di avviarsi verso la scadenza della trattativa, fissata per domani 23 ottobre, quando si dovrebbe decidere la permanenza di Rinascente a Palermo o la sua scomparsa dal capoluogo siciliano.

“È ormai chiaro che gli unici soggetti deputati a risolvere positivamente la vertenza non hanno una reale volontà a raggiungere un’intesa – esordiscono i dipendenti – e quindi assicurare continuità lavorativa a ogni singolo lavoratore che opera all’interno della filiale palermitana”. Una constatazione che arriva “nonostante l’impegno profuso e il senso di responsabilità concretamente mostrato da tutte le istituzioni nazionali e comunali, coinvolte attivamente e concretamente al fine di scongiurare la definitiva chiusura della Rinascente di Palermo”.

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Da qui la scelta di “dimostrare cosa sia un vero esempio di volontà e determinazione”: la lettera al ministro Catalfo spiega che “nell’attesa del prossimo incontro ministeriale, certamente decisivo per le nostre sorti, i lavoratori coinvolti rappresentano la disponibilità a voler sacrificare parte della loro retribuzione, per tutta la durata del contratto di affitto, al fine di concorrere alla riduzione di un terzo del divario che separa il raggiungimento della somma richiesta da Fabrica Immobiliare”. Questo perché le posizioni che avrebbero assunto Rinascente e Fabrica Immobiliare nella trattativa per sbloccare la vertenza vengono considerate “irrimediabilmente rigide”.

Un gesto drastico che gli autori della nota considerano “un fattivo sacrificio richiesto invano ad altri“, il secondo dopo il doppio sciopero andato in scena l’11 e il 12 settembre scorsi che aveva catalizzato l’attenzione dell’intera città. I lavoratori della Rinascente di Palermo concludono la lettera con la certezza “di aver mostrato, con questo nostro estremo atto, un concreto esempio di tenacia, fermezza e grande senso del sacrificio”, e infine confidano “di poter rivedere nei soggetti che detengono le sorti del nostro destino e quello delle nostre famiglie i medesimi valori, al di là di ogni ritorno economico”.

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22 Ottobre 2020, 15:11

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