Palermo unita per la Rinascente, la protesta per risolvere la vertenza

Palermo unita per la Rinascente|Un sit-in per risolvere la vertenza

Dipendenti, clienti e forze politiche sullo stesso fronte. Orlando: "Il marchio resti in città"

PALERMO – Una voce che urla al megafono “verità”, magliette bianche con su scritto l’hashtag #IostoconRinascentePalermo, sguardi sconfortati sotto le mascherine ma anche tanta voglia lottare: lo sciopero dei dipendenti della Rinascente di via Roma è tutto questo. Oggi circa cinquanta persone si sono riunite davanti all’ingresso del negozio, con bandiere sindacali e striscioni, per protestare contro l’assenza di una rimodulazione del canone d’affitto del punto vendita che comporterebbe l’addio di Rinascente a Palermo a fine ottobre.

Fra loro anche clienti e concittadini che hanno voluto manifestare la propria vicinanza durante il sit-in, organizzato dalle sigle Uiltucs Uil e Filcams Cgil. Presenti e solidali anche il presidente del consiglio comunale Salvatore Orlando, il presidente della commissione Attività produttive Ottavio Zacco e diversi consiglieri della maggioranza e dell’opposizione, ma anche il presidente dell’associazione Via Roma Francesco Carnevale. All’interno il lavoro proseguiva, nonostante la percezione che occhi e mente dei lavoratori fossero tutti ai colleghi. GUARDA LE FOTO DEL SIT-IN ALLA RINASCENTE

Incontriamo Luisa La Colla, responsabile dei lavoratori per la sicurezza e autrice di una petizione online sulla piattaforma Change.org per salvare la Rinascente. “È un caso che riguarda circa duecento persone – dice – e la tragedia è anche che ci sono molti over 40. Dove altro potremmo andare? Dal punto di vista emozionale poi è terribile. Due anni fa abbiamo addirittura brindato alla rimodulazione, cosa che di recente abbiamo rimarcato in una riunione plenaria, chiedendo all’azienda perché non ci è mai stato svelato il problema. Nel frattempo i colleghi accendevano mutui e si facevano famiglie, che ora hanno sulle spalle. Ed è tutto ancora più assurdo – aggiunge – se si pensa che, in rapporto a una serie di parametri, la filiale di Palermo fattura più di altre in Italia. Se non dovesse esserci più la Rinascente, verrebbe meno un tassello del ‘mosaico Palermo’ di cui tanto si parla”. La Colla però osserva anche che “nel dramma c’è una cosa veramente bella: siamo tutti uniti, stiamo mettendo in campo ogni risorsa e nessuno si sta risparmiando. Si sta vedendo che questa realtà commerciale è soprattutto sociale e umana, e in questa protesta tutto sta venendo fuori spontaneamente”.

“Mi sento di parlare a nome di tutti i colleghi: la prima cosa che passa per la testa è la parola ‘delusione’ – commenta Francesca La Monica, addetta alle vendite del reparto casa –. Un concetto forte che ha un peso molto diverso dall’essere arrabbiati. Delusione perché quel brindisi aveva segnato le nostre vite, portandoci a fare investimenti, comprare casa, cambiare la macchina. Certo si aggiunge anche la rabbia verso chi detiene la proprietà dell’immobile, l’ente previdenziale Inarcassa, e chi lo gestisce, la società Fabrica Immobiliare, che non vogliono scendere a compromessi sull’affitto. Se non si raggiunge l’accordo per noi si prospetta il vuoto. Se ripenso al momento in cui ci hanno comunicato ufficialmente che rischiamo così tanto, non riesco a descrivere la disperazione. Noi forse ancora non ci crediamo”.

Anche Claudia Andò, che lavora nel reparto uomo, parla di “un fulmine a ciel sereno. Qualcosa a cui non avremmo mai creduto. Abbiamo una clientela ormai fidelizzata, riceviamo una risposta prontissima alle promozioni e il lavoro non è mai mancato – assicura – nemmeno alla riapertura dopo il lockdown. Senza contare i picchi: nella nostra storia siamo anche riusciti a fare un milione 100 mila euro di guadagni in un solo Black Friday. Eppure va così, si chiude per un mancato accordo sull’affitto, nonostante l’azienda stia comunque cercando di fare proposte e sforzi. Non ci dormiamo la notte – afferma Andò – e non ci dormono soprattutto i monoreddito, i single, i divorziati, i genitori di ragazzi che vanno al liceo, quelli che pagano un mutuo. Al telefono io li consolo, li rassicuro, ma mi si stringe il cuore. È tutto molto triste. Però non ci arrendiamo, la petizione va fortissimo, contiamo molto sullo sciopero di oggi che proseguirà anche domani e siamo felici della solidarietà dei clienti che ci stanno appoggiando. Forse alla fine ci rimarrò peggio di tutti, ma sinceramente ci spero ancora”.

“Via Roma ha un grande futuro e ne sono convinto – dice il presidente dell’associazione Via Roma, Francesco Carnevale –. Non a caso due anni fa ho scelto di investire aprendo un locale proprio in questa importante arteria commerciale. Come presidente dell’associazione mi sto occupando di questo processo di rilancio, ma quando ci si trova di fronte a lotte interne fra privati di cui fanno le spese le famiglie dei lavoratori, diventa difficile. In questo caso non pare che le parti possano giungere a un compromesso – dice – quindi è necessario l’intervento del soggetto pubblico che metta un punto a questa storia. Ma lo garantisco, il centro storico è pieno di tante ‘piccole Rinascente’”.

Il presidente Salvatore Orlando assicura il massimo impegno nella vicenda Rinascente: “Il consiglio comunale vuole stare vicino ai lavoratori di questa importante azienda e auspica una soluzione alla trattativa, perché il messaggio che passerebbe se la Rinascente lasciasse Palermo sarebbe devastante. Palermo negli ultimi anni ha acquisito centralità, è stata attraente e ha avuto investitori esterni. Vedere la Rinascente lasciare la città dopo nove anni avrebbe una ricaduta molto pesante”. Ieri Orlando aveva invitato ufficialmente tutti i consiglieri comunali a unirsi al sit-in, “e molti di loro sono presenti, di tutte le forze politiche – commenta – proprio a dimostrare la rappresentatività di un’intera città e non di una sola parte. Siamo pronti a fare qualsiasi cosa ci sia bisogno di fare, non vogliamo che la vicenda passi in sordina”.

Sono invece critici nei confronti del sindaco Leoluca Orlando i consiglieri della Lega Igor Gelarda, capogruppo del Carroccio a Sala delle Lapidi, e Alessandro Anello: “Abbiamo letto che il sindaco ha scritto ai ministri dello Sviluppo economico e del Lavoro perché intervengano con un tavolo di crisi nazionale, ma la domanda che i palermitani pongono al sindaco è: cosa ha fatto l’amministrazione comunale per cercare di salvare via Roma, tutta via Roma? La reintroduzione di una Ztl fatta male, che in piena emergenza Covid è stata una ulteriore botta per i commercianti? Oppure il non autorizzare, in molte zone di Palermo tra cui via Roma, l’apertura di nuove attività commerciali di più di duecento metri quadrati? Tutto ciò è una prova tangibile della mancanza di visione di Orlando e dei suoi collaboratori – attaccano i consiglieri –. Il governo nazionale deve fare la sua parte immediatamente per salvare oltre duecento posti di lavoro, ma l’amministrazione comunale deve assumersi le sue responsabilità. Il sindaco ha chiesto l’apertura di un tavolo di crisi ministeriale sulla Rinascente, ed è corretto; noi come Lega chiediamo l’apertura di un tavolo di crisi a Palermo proprio su via Roma, destinata così alla morte civica e a un degrado totale”.

E nel pomeriggio la visita del sindaco, Leoluca Orlando, davanti al punto vendita di via Roma: “Ho ribadito ai lavoratori la richiesta di intervento del governo nazionale con i ministri del Lavoro e dello Sviluppo Economico – ha affermato -. L’intervento dell’Amministrazione comunale mira a tutelare la presenza in città di questa azienda e il valore economico che rappresenta per il tessuto commerciale di via Roma e del centro storico”. 


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