Riscossione, dirigenti, assunzioni | Arriva all’Ars la Finanziaria-bis

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04 Maggio 2017, 06:00

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PALERMO – Per il presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone ad alcune di quelle norme bisognerà assicurare una sorta di corsia preferenziale: si tratta della liquidazione di Riscossione Sicilia e della fusione tra Cas e Anas. Per il resto, il cosiddetto “collegato” alla Finanziaria potrebbe essere “spacchettato” in tanti disegni di legge autonomi. Ma intanto, è stato incardinato a Sala d’Ercole e fino a domani sarà possibile depositare gli emendamenti al testo di quella che è una vera “Finanziaria-bis”, un disegno di legge enorme che contiene la bellezza di 89 articoli.

Il caso Riscossione

Ma alcuni sembrano già destinati a dare vita a veri e propri conflitti a Sala d’Ercole. Era già esplosa la polemica settimane fa, del resto, sulla norma che prevede la liquidazione di Riscossione Sicilia. Una norma che, però, così come presente nel collegato è già “vecchia”. Il testo prevedeva infatti la liquidazione della spa entro 60 giorni dall’approvazione del disegno di legge, e comunque “non oltre il primo luglio 2017”. Una data che è già “superata”: servirà una modifica. Nel merito, la norma prevede il passaggio delle attività di riscossione in Sicilia e dei dipendenti della società al nuovo ente nazionale che sostituirà Equitalia.

Fusione tra Cas e Anas

La fusione tra Cas e Anas, invece, nel collegato dovrà ancora approdare, visto che al momento nel testo base non è presente. Esiste però già un emendamento messo a punto dalla Commissione bilancio – la stessa che aveva bocciato analoga proposta legislativa del governo – e che dovrebbe contare sul consenso dei partiti dell’Ars. La norma prevede la creazione di un nuovo ente misto, le cui quote saranno divise tra Anas (non più del 51 per cento) e Regione (non meno del 49 per cento). Alla nuova società passeranno le concessioni sia del Consorzio autostrade che verrà sciolto, sia quelle di Anas. Ciò potrebbe tradursi nell’applicazione di nuovi pedaggi in tratti attualmente gratuiti (quelli gestiti appunto dal Cas).

La dirigenza e la fascia unica

Questi due temi dovranno quindi avere una procedura più veloce. Ma il “collegato” contiene davvero di tutto. Come ad esempio la discussa norma che dovrebbe modificare la dirigenza regionale. Una norma già disconosciuta da chi, come il capogruppo Toto Cordaro, aveva presentato un proposta di riforma che sarebbe stata travolta nel corso dell’iter della manovra. La norma oggi prevede una sorta di “promozione” dalla terza alla seconda fascia dirigenziale di 450 burocrati, scelti secondo criteri previsti dal ddl e relativi all’esperienza a capo di uffici di grosse dimensioni. Una promozione che non si tradurrebbe in un guadagno economico, ma che restringerebbe a quei 450 sugli oltre 1.600 dirigenti, la scelta per i ruoli di capodipartimento (dirigente generale). E anche in questo caso, è già battaglia dentro e fuori dall’Ars. Secondo alcuni sindacati e anche deputati dell’Ars, la norma aprirebbe a nuove assunzioni nella già popolatissima Regione siciliana.

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Le norme per i giornalisti

Non mancano poi nemmeno le norme destinate ai giornalisti. Una in particolare punta a ricostituire una sorta di ufficio stampa. “Per il reclutamento di qualificati operatori dell’informazione professionale e della comunicazione istituzionale”, prevede la norma, il governo in carica “provvede mediante il ricorso a figure professionali iscritte all’ordine dei giornalisti sulla base dell’esame del curriculum vitae”. Niente concorso pubblico, quindi: una occhiata ai titoli, ed ecco l’assunzione “con contratto a tempo determinato secondo le norme regolamentari vigenti per gli uffici di diretta collaborazione del Presidente della Regione”. Intanto, finché dura il governatore, i giornalisti selezionati “intuitu personae” resterebbero in sella. Il costo? 350 mila euro solo nel 2017 e 650 mila euro a partire dal 2018.

Università, Aran e Formazione

Nel collegato, poi, ecco i finanziamenti ai Consorzi universitari e il riordino degli Ersu (gli enti regionali per il diritto allo studio) che si tradurrà nella riduzione a un unico ente in Sicilia. Prevista poi anche la soppressione dell’Aran Sicilia (l’ente che si occupa dei contratti dei regionali). Presente anche la norma che “obbligherebbe” gli enti di Formazione siciliana, in caso di nuove assunzioni, ad attingere dall’albo regionale degli addetti ai lavori.

La spending review…al contrario

Il testo poi presenta anche strane norme. In qualche caso di potrebbe parlare di spending review…al contrario. Ecco infatti la scomparsa di due “blocchi” che erano stati fissati in parte dal governo Lombardo, in parte dal governo Crocetta. Salterebbero infatti i limiti dei 50 mila euro per i presidenti dei cda e di 25 mila per i consiglieri delle società partecipate, cifre che dovevano subire un ulteriore taglio del 30 per cento. E invece, il nuovo testo prevede che quelle indennità saranno applicate “tenuto conto della diversa complessità organizzativa”. Tradotto: azienda grossa, grosso stipendio. E del resto, lo stesso articolo abbatte il famoso blocco delle assunzioni. Le società partecipate infatti potranno assumere “in deroga”, appunto, all’articolo previsto nella legge 11 del 2010 che prevede appunto il divieto di nuove assunzioni. Una norma che rischia di avere enormi effetti sotto elezioni: si potrà partire dai dipendenti presenti all’interno dell’albo degli ex lavoratori delle partecipate. E ancora, ecco il Fondo speciale per i lavoratori ex Asi (accompagnerà questi fino all’età pensionabile), i prepensionamenti per i lavoratori degli enti regionali, le norme per Forestali e Consorzi di bonifica. Un testo atteso e controverso, quello che scandirà i lavori dell’Assemblea regionale nelle prossime settimane. L’inizio della discussione è prevista per il 9 maggio. E sarà l’avvio, quasi certamente, di una nuova “guerra” a Sala d’Ercole.

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04 Maggio 2017, 06:00

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