10 Ottobre 2010, 00:00
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Festival della legalità, mattinata intensa. Davanti ai ragazzi delle scuole, Rita Borsellino ha ricordati gli anni tremendi delle stragi, culminati con l’uccisione di suo fratello, Paolo Borsellino. “Grazie alle tante persone che lo ricordano e portano avanti il suo messaggio – ha detto- posso affermare che oggi Paolo è vivo. Ma mi manca molto”. La voce spezzata dalla commozione. Le lacrime agli occhi, Rita Borsellino confida alla platea: “Tra i momenti più duri, successivi alla morte di Paolo, è stato il compimento del mio 52esimo compleanno. Quando fu ucciso, Paolo aveva proprio 52 anni. Mi resi conto, insomma, che in quel momento ero diventata anagraficamente più grande di lui”. I ragazzi presenti a decine hanno raccolto questo momento di commozione, sorreggendolo con applausi spontanei.
Poi Rita Borsellino ha continuato: “Dopo lo sconforto dei primi momenti, ho deciso di reagire. E così iniziai fin da subito ad andare nelle scuole, perché non tutto quello che Paolo e gli altri giudici avevano fatto, finisse lì”. E a distanza di quasi vent’anni si può fare un primo bilancio di quella che è stata la lotta alla mafia dopo le stragi: “Cosa nostra non è stata ancora sconfitta, ma certamente ridimensionata. Il problema è uno: di fronte ai successi giudiziari e della repressione, resta una mafia infiltrata nell’economia e nella politica, che è ancora molto radicata”. E il motivo, è semplice: “Se la mafia entra in quei contesti, è perché qualcuno apre la porta. Qualcuno dice di sì”. Adesso, però, s’è diffusa, almeno apparentemente, una coscienza antimafia: “Vero. Ma bisogna anche notare che molte persone che oggi considerano eroi Falcone e Borsellino, erano le stesse che in quegli anni li attaccavano e li criticavano fortemente. Io penso che, per questo motivo, molta genta abbia perso anche il diritto di commemmorarli”.
Intanto, però, di attualità sono nuovi arresti di boss, nuovi colpi a Cosa nostra: “Per fortuna, i giudici vanno avanti nonostante a loro vengano tolti molti strumenti per operare. E, visto che siamo di fronte a un platea di studenti, un plauso va fatto ai docenti, ai dirigenti scolastici, a tutto il personale della scuola. Insegnanti di buona volontà stanno proseguendo in questo cammino di educazione alla legalità, con grandi sforzi e nonostante il loro impegno non sia sempre sostenuto e apprezzato”.
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10 Ottobre 2010, 00:00