Romano: "Centristi insieme alle Europee attorno al Ppe" - Live Sicilia

Romano: “Centristi insieme alle Europee attorno al Ppe”

Il neo coordinatore di Noi con l’Italia-Noi Moderati traccia il sentiero per il prossimo appuntamento elettorale
L'INTERVISTA
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PALERMO – Saverio Romano neo coordinatore nazionale di Noi con l’Italia-Noi Moderati traccia il sentiero da imboccare per arrivare preparati all’appuntamento politico con le europee del 2024. L’idea è di tenere insieme la galassia centrista e sposare lo schema dell’alleanza tra il polo popolare e quello conservatore. 

Romano, partiamo dal ruolo di coordinatore nazionale di Noi con l’Italia. Onori e oneri, come procederà?

E’ in corso il nostro percorso per costruire quel centro, che già in sede parlamentare, ha assunto la lista Noi Moderati con la quale ci siamo presentati alle elezioni politiche e quindi un lavoro di costruzione per farci trovare preparati agli appuntamenti che, per quanto ci riguarda non sono solo elettorali ma sono appuntamenti con la politica.

Per ognuno di noi c’è un tempo, per ogni cosa: mi sto dedicando all’attività parlamentare da un lato e a quella politica dall’altro perché poi le iniziative parlamentari si sposano con quelle che sono le nostre proposte politiche ovviamente.

Capitolo amministrative. A parte a Catania il centrodestra soffre negli altri capoluoghi di provincia. Concorda? Perché a suo avviso?

Il risultato va considerato oltre lo Stretto. Il centrodestra che trova l’apprezzamento degli elettori per la sua proposta politica e che ha in Giorgia Meloni un riferimento saldo perché governa con determinazione e capacità di ascolto. La classe dirigente che c’è in giro per l’Italia a volte non è pronta per trovare le ragioni che ci uniscono e farle prevalere su quelle che ci dividono. Questo capita soprattutto alle elezioni amministrative dove ragioni più legate alle vicende del territorio creano delle difficoltà di intesa, ma l’elettore è sempre più avanti perché ha dimostrato di volere premiare questo centrodestra al di là delle questioni che si palesano che però sono marginali rispetto al quadro complessivo che vede un centrodestra vincente quando è unito. 

Meloni vince e le formazioni di centro?

Le formazioni di centro hanno davanti una grande prospettiva che devono sapere cogliere. Esaurita la fase populista, che vedeva premiare tutte quelle iniziative che lisciavano la pancia del popolo dal verso giusto, oggi gli elettori hanno capito che affidarsi a governi che esprimono un adeguato concetto politico e lo perseguono, attraverso azioni serie e non demagogiche, dà qualche frutto. Inviterei ad analizzare qualche dato.

Prego. 

Il dato riguarda anche il nostro Mezzogiorno e non solo. Più 390.000 posti di lavoro, un Pil che cresce di più rispetto a Francia e Germania, uno spread ai minimi sono il segno di un governo che sta lavorando bene e di una classe dirigente che si sta confrontando con i temi concreti. Poi ognuno manifesta la propria identità.

Domani presenterò, con i colleghi del mio gruppo, un disegno di legge che prevede l’obbligatorietà del conto corrente di base per consentire a tanta gente fuori dal circuito finanziario di entrarci perché senza non potrebbe avere nemmeno un posto di lavoro perché è obbligatorio pagare attraverso bonifici.

Ricordo che il 34% dei nostri comuni non ha uno sportello bancario: vogliamo pensare alle esigenze concrete della gente e quello del sistema del credito lo è. E poi presenteremo domani un ddl che prevede l’istituzione di una commissione d’inchiesta sul controllo dei prezzi e quello che è accaduto negli anni 2022-2023. Sono modelli che ci appartengono e per essere popolari, e noi ci ispiriamo al Partito popolare europeo, non bisogna soltanto riempirsi la bocca con la visione storica che pure abbiamo, ma servono atti concreti per stare vicini al popolo. 

Colgo la palla al balzo: le europee. Che schema adotterete in termini di alleanze?

Noi vogliamo mettere insieme tutte le forze centriste che si ispirano al Ppe. A me piace molto sentire dire anche a Berlusconi che la logica sarebbe quella di un grande polo popolare alleato di quello conservatore per replicare, in sede europea, quello che è avvenuto in ambito nazionale. Oggi i conservatori rappresentati da Giorgia Meloni hanno maggiore consenso ma domani potrebbe capitare all’area popolare come è capitato in passato. 

A proposito di centro. Nelle scorse settimane ha tenuto banco una diatriba tra centristi sull’eredità della Dc, chi ha ragione Cuffaro o Rotondi?

Io penso che la Democrazia Cristiana abbia degli eredi che sono nel cuore degli elettori. Non ci sono formazioni politiche che   possano ereditare il più grande partito della storia repubblicana. Premesso questo io mi adopererò, per quanto mi è possibile, affinché elementi che possano essere di frizione vengano meno e si acquisisca invece quella consapevolezza che la Dc come partito non c’è più ma c’è il PPE per andare tutti verso quella direzione e superare beghe, che naturalmente ci sono nei partiti e anche fuori, ma la politica ci chiede maggiore senso di responsabilità. Non si tratta di dare torto o ragione. Poi se dobbiamo guardare ad aspetti di tipo affettivo potrei dare una preferenza nell’una o nell’altra direzione ma farei un torto al ragionamento politico. 

Qual è lo stato di salute del governo regionale? Si parla molto di rimpasto dopo l’esito del voto…

Noi moderati ci sentiamo pienamente rappresentati da Renato Schifani. Lo abbiamo voluto con forza candidato alla presidenza della Regione, sosteniamo il governo e alle elezioni abbiamo dato il nostro contributo.

Schifani è una persona di grande autorevolezza che sta dimostrando, anche in momenti difficili, che riesce a prendere il comando delle operazioni e a portarle avanti. Se lui ritiene necessario qualche ritocco in giunta noi saremo lì ad ascoltarlo perché chi sta sul pezzo e guida la macchina può sapere se c’è necessità o meno.

Tutto dentro la cornice che finora ha visto il centrodestra unito nelle decisioni da portare avanti sul piano politico e sulla necessità di riattivare un rapporto più proficuo tra organo legislativo e governo.  Condivido le parole di Raffaele Lombardo quando dice che dobbiamo fare in modo che l’assemblea regionale, più che produrre leggi in più, affronti quei temi che in passato non sono stati affrontati ma sono necessari affinchè la Sicilia riprenda la sua corsa. 


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