Rosy, Anna e il presidente

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29 Settembre 2011, 15:09

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Scriviamo di Rosy che ha gelato l’esperimento stranamente genetico di un partito di intransigenti assimilato a un presidente su cui ci sarebbero da aprire parentesi perfino graffe e ci viene in mente Anna. Sì, Anna che scese in campo per affrontare il drago e poi scelse di stringergli la mano, di scaldarsi al fuoco del suo alito, di accettare il dorso squamoso del politico che – in un’altra vita – era stato l’avversario da sconfiggere. E non è che apparentiamo Raffaele a un drago, nulla sapendo dell’odore del suo fiato. E’ che i toni di Anna Finocchiaro, nei giorni caldissimi della sfida per Palazzo d’Orleans, la mettavano proprio sul registro epico. Non una lotta elettorale. Semplicemente, il male contro il bene.

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Ecco uno stralcio: “Lombardo è temibilissimo perché ha costruito un sistema di potere clientelare spaventoso che ha riportato la Sicilia al Medioevo”. Opposto il tono di Anna in un’altra puntualizzazione: “Così come ho messo la faccia quando mi sono candidata contro Raffaele Lombardo, oggi metto la faccia per dire quello che penso: il Pd in Sicilia sta facendo la cosa giusta al momento giusto. In questa fase il nostro partito dovrà essere vigile sentinella, ma anche protagonista incalzante del cambiamento”. A proposito di facce. Si capisce la differenza di coloriture e di espressioni. Si comprende l’alternanza fisiognomica.  Ma talvolta – per quanto sia lecito mutare parere – si ha l’impressione che la stessa faccia sia come dislocata e frammentata in cento pezzi. Irriconoscibile.
E pensare che c’è una teoria esistenziale che ritiene le donne migliori degli uomini. Più sensibili, più attente, più oneste. C’è voluta Rosy Bindi – crudelmente schernita in virtù delle sue fattezze mascoline – per ridare vigore alla filosofia suddetta, per spiegare agli stolti cos’è davvero il cuore di una donna. Di una diversamente donna.

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29 Settembre 2011, 15:09

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