Cronaca

Saguto e Cappellano Seminara: confisca dei beni per risarcire le vittime

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29 Ottobre 2020, 06:56

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L’elenco delle parti civili è lungo, pesanti le cifre dei risarcimenti danni che gli imputati dovranno pagare. A cominciare da Silvana Saguto e Gaetano Cappellano Seminara.

Il verdetto con cui sono stati condannati l’ex giudice e gli amministratori giudiziari da lei nominati li obbliga a sborsare cifre considerevoli e dispone la confisca per equivalente di beni immobili e disponibilità economiche. Il valore più alto riguarda proprio Saguto (495 mila euro, comprensivo della casa familiare) e Cappellano Seminara (467 mila, comprensivo di un immobile e di alcune quote societarie).

Parti civili erano costituite, oltre ad organismi istituzionali (ministero della Giustizia, Presidenza del Consiglio dei Ministri, Regione siciliana, Comune di Palermo, Agenzia nazionale per i beni confiscati), le presunte “vittime” degli illeciti che sarebbero stati commessi nella gestione dei beni sequestrati dalla sezione misure di prevenzione del tribunale di Palermo sotto la presidenza Saguto. In alcuni casi i sequestri riguardavano di imprenditori sospettati di avere goduto in qualche modo dell’appoggio della mafia ma ai quali i beni sono stati alla fine restituiti perché il sospetto non è stato riscontrato.

Solo per indicare qualche cifra: per i danni non patrimoniale subiti dalla Presidenza del Consiglio dei ministri Saguto dovrà sborsare 500.000 euro, Cappellano Seminara 400.000, Carmelo Provenzano 250.000, Lorenzo Caramma e Roberto Nicola Santangelo 15.000 ciascuno, Francesca Cannizzo e Rosolino Nasca 10.000 ciascuno.

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E poi ci sono le provvisionali nei confronti degli imprenditori e delle società a cui erano stati sequestrati i beni. Trenta mila euro ciascuno vanno alle aziende del gruppo Rappa, fra cui la televisione privata Telemed e la concessionaria Pubblimed, che furono successivamente dissequestrata. La quantificazione complessiva dei danni sarà stabailita in sede civile.

A proposito del sequestro Rappa il tribunale (Andrea Catalano presidente, a latere Valentina Balbo e Salvatore Palmeri) ha dichiarato la falsità materiale del provvedimento della sezione misure di prevenzione che aveva dato via libera al sequestro. Falsa sarebbe stata la firma di Silvana Saguto apposta dal collega Fabio Licata, condannato in un altro processo, quando il presidente non era in servizio.

Dovranno essere singolarmente risarciti anche Filippo, Vincenzo Corrado e Gabriele Rappa. Ed ancora risarcimenti per le imprese Elgas, Annarita Pedone, Motoroil, Filippo Raspanti, Rebuc. Così come danneggiate e dunque da risarcire sono anche le amministrazioni giudiziarie Buttitta, Acanto, Ingrassia e Vetrano.

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29 Ottobre 2020, 06:56

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