Salvini come Andreotti | Così snatura M5S

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19 Febbraio 2019, 16:48

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Inutile girarci intorno, bisogna riconoscere a Matteo Salvini sbalorditive doti di politico navigato. Certo non parliamo di un Alcide De Gasperi o di una Tina Anselmi e nemmeno di un Enrico Berlinguer o di un Sandro Pertini, personaggi animati da ideali per i quali intere generazioni hanno lottato e spesso perso la vita, guidati da una concezione pedagogica della politica e ostili alle momentanee suggestioni della piazza.

No, Salvini sta piuttosto mostrando capacità di cinico calcolatore alla Andreotti, seppure privo della cultura ed eleganza almeno esteriore del “Divo Giulio”.

In breve tempo è riuscito a snaturare il M5S, riducendolo a un partito vecchio conio, privato della rigidità etica un tempo distintiva; ha tenuto in piedi il matrimonio con i pentastellati continuando a flirtare impudicamente con Forza Italia e Fratelli d’Italia siglando accordi locali in opposizione agli alleati di governo; ha messo in ombra Luigi Di Maio facendogli indossare i panni del vassallo incollato alla poltrona pure a costo di rinnegare anni di battaglie contro i privilegi della casta, immunità parlamentare compresa; ha incassato il no dei grillini all’autorizzazione a procedere nella vicenda “Diciotti” senza concedere nulla in cambio, lui la Tav, per esempio, la vuole; sta realizzando la secessione delle regioni del Nord creando due “Italie”, una ricca al settentrione e una povera al meridione, con il consenso della gente del Sud che appare tramortita tributandogli incredibilmente consensi sempre maggiori; è riuscito a inventarsi un distrattore – l’invasione dei migranti brutti, sporchi e cattivi – per alimentare paure e ostilità talmente estese nel tessuto sociale da poterci elettoralmente campare a lungo; ha codificato una norma parecchio discutibile, in democrazia, secondo la quale se vuoi dissentire ti devi candidare e da eletto sei quasi al di sopra della legge.

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Figurarsi se fai il ministro, qualunque eventuale reato da qualche magistrato ipotizzato viene estinto “a priori” dall’affermazione insindacabile di avere perseguito un interesse pubblico. Un mago poi nel fare dimenticare agli italiani la solitudine in politica estera, lo spread alto, la recessione, lo spettro di manovre finanziarie correttive lacrime e sangue. In regalo piuttosto una bella legge estensiva sulla legittima difesa e siamo tutti felici e contenti, pronti a sparare a destra e a manca.

Rivelando, dopotutto, l’esistenza di un Italia fragile, superficiale, con scarse fondamenta su cui poggiare i valori della nostra Costituzione: dal principio di uguaglianza tra gli esseri umani e dinanzi alla legge alla separazione dei poteri, dall’affermazione dei diritti civili perché Stato laico al riconoscimento della protezione umanitaria a chi ne ha titolo.

Siamo un popolo che sta mostrando insospettabili tendenze razziste, per la verità in buona compagnia in Europa, un popolo con il ricorrente vizio di adorare improbabili statisti affacciati a un balcone o comizianti su un predellino. Ammettiamolo, un’operazione magistrale, spregiudicata ma efficace. Insomma, altro che Mani Pulite di archeologica memoria con il berlusconismo a pretendere di intestarsi l’ambizioso traghettamento dell’Italia dalla prima alla seconda Repubblica, il vero traghettatore è lui adesso, il Capitano dai padani natali, ora grazie anche ai grillini, anzi, ai dimaioini. Resta da capire verso dove ci sta traghettando, se verso l’isola del tesoro o il mare tempestoso di Capo Horn. Per carità, un dettaglio. Intanto, viva Salvini!

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19 Febbraio 2019, 16:48

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