L’ultimo saluto al Vicerè di Palagonia

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13 Gennaio 2014, 20:15

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I ricordo dei "Fagoniani" (Foto A.Capuano)

PALAGONIA – “Dobbiamo stare lontano da giudizi e pregiudizi ma essere proiettati verso il tribunale di Dio, la sua vita verrà giudicata unicamente da un Signore misericordioso”. È stato questo l’ultimo saluto che la comunità di Palagonia (CT), centro agricolo nel cuore del calatino, ha voluto tributare per mezzo del suo parroco all’ex onorevole Salvino Fagone morto all’età di 81 anni. Quasi mezzo secolo da Sindaco, fino al 2003 quando la poltrona di primo cittadino passó quasi in eredità al figlio Fausto, ma anche l’elezione a Montecitorio, cinque legislature alla Regione con il partito socialista dal 1959 al 1976, dieci anni da assessore all’industria, l’incarico di vicepresidente vicario e quello successivo da consigliere provinciale di Catania sotto l’effige di Forza Italia. Una vita vissuta a mille tra i palazzi del potere della prima Repubblica e i fasti di città come Parigi e Ginevra, che per anni lo hanno ospitato, a cui però hanno fatto da contraltare le numerose inchieste giudiziarie.

Ad accogliere il feretro nella chiesa della “Madonna di Trapani” nella centrale piazza Giuseppe Garibaldi per una strana coincidenza al centro dell’altare oltre al gonfalone del Comune di Palagonia e i vigili schierati in picchetto d’onore c’era un crocifisso in legno scolpito che proprio l’ex onorevole aveva deciso anni fa di donare alla comunità che per decenni aveva guidato. Insieme ai tre figli, a ripararsi dalla pioggia per assistere alla cerimonia quasi duecento persone e una schiera di ex amministratori locali, riuniti per l’ultimo saluto all’ex onorevole. Tra di loro Nino Sangiorgi (condannato in primo grado nel processo Iblis) e Gaetano Benincasa in passato nella giunta del figlio Fausto, Salvo Politino direttore di Confesercenti, Giuseppe Marletta penalista catanese e assessore dell’ex sindaco di Catania Stancanelli.

Un momento dei funerali (Foto A.Capuano)

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“Era sempre disponibile”, “È andato via l’ultimo grande” e ancora “Era una grande personalità”. A tracciare il ricordo di Fagone sono stati soprattutto gli amici e i sostenitori di un tempo. Parole dette sottovoce da coloro che hanno vissuto le sue faraoniche campagne elettorali, le stesse in cui Salvino per ringraziare i suoi galoppini sarebbe stato anche capace di regalare delle automobili, come scrisse Alfio Sciacca sulle pagine del Corriere. Si vedeva con tutti nessuno escluso, come lui stesso sottolineò al GIP di Catania, dopo l’arresto nel 2005 nell’operazione antimafia “Dionisio” quando venne documentato l’incontro, all’interno di un casolare di San Michele di Ganzaria, con il capomafia di Caltagirone Francesco La Rocca o quello con gli “uomini d’onore” Sebastiano Rampulla e Pietro Iudicello. “Sono un politico – si giustificò – la gente mi chiede favori non posso sapere se si tratta di pregiudicati”.

Quello con la politica e la giustizia è un destino che ha accumunato anche il figlio Fausto, imputato nel processo scaturito dall’operazione antimafia “Iblis” del 2010. Per le verità giudiziarie c’è ancora tempo. Palagonia saluta il suo Viceré con un lungo e commosso applauso dopo l’uscita del feretro dalla chiesa.

 

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13 Gennaio 2014, 20:15

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