San Biagio, gli archi di pane | tra fede, arte e tradizione

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04 Aprile 2010, 19:43

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Si accendo gli archi di pane. Tornano a brillare “Gli Archi di Pasqua” a San Biagio Platani (AG). Un rito particolarmente sentito dagli abitanti di questa piccola ma affascinante città a pochi chilometri da Agrigento. La storia di questo evento è carica di simboli. Datato 1700 questo spazio espositivo temporaneo, visibile sino al 2 maggio, nasce dal culto della Madonna e di Cristo. La tradizione vuole che famiglie appartenenti alle confraternite dei Madunnara e Signurara, con la stessa passione, curiosità ed intuito nei mesi antecedenti la Pasqua si ritrovino per allestire, ognuno al meglio, tali archi centrali composti da cereali, datteri, asparagi, alloro, salice, rosmarino, canne e non per ultimo il pane. Tutti elementi ricchi di forte significato simbolico. Come ha fatto notare Flandrin, “prima di diventare altro, il PANE è stato davvero, concretamente, il re degli alimenti, e ha potuto esserlo perché su di esso gli uomini hanno investito tutte le loro energie fisiche e mentali” . Così come la disposizione dell’allestimento ha un forte connotato simbolico. Infatti la struttura architettonica che resta invariata è costituita dall’entrata che rappresenta la facciata di una chiesa, il viale che rappresenta la navata e l’arco, situato all’opposto della chiesa che rappresenta l’abside della chiesa stessa. Un affascinante installazione sapientemente costruita da mani abili, resa un vera opera d’arte unica nel suo genere. Tale competizione, genuina si intende, si conclude il sabato, divenendo il giorno di Pasqua luogo singolare di incontro tra Gesù risorto e la Madonna. Il buon risultato è misurato dal maggior numero di visitatori sotto ogni singolo arco, così raccontano i sanbiagesi. Uno spazio espositivo caratterizzato dall’evoluzione espressiva del tempo. Ne è dimostrazione la nascita dell’”Associazione Pro Loco di San Biagio Platani” che attraverso la valorizzazione dei siti archeologici, delle saline situate tra i con i fiumi Platani ed il Turvoli, intende incrementare il turismo conservando i loro costumi, culla dei loro saperi. Una magnetica fusione di stile, arte e tradizione.

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04 Aprile 2010, 19:43

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