Sanità privata sul piede di guerra: proclamati quattro giorni di sciopero

Sanità privata sul piede di guerra: proclamati quattro giorni di sciopero

Miraglia (Federbiologi): "Regione sorda ai nostri appelli. Così diecimila posti di lavoro a rischio"

PALERMO – La sanità privata accreditata siciliana batte i pugni e annuncia la mobilitazione generale: il 24 febbraio i rappresentanti delle 1.800 strutture private isolane si ritroveranno davanti alla sede dell’assessorato regionale alla Salute per inscenare una grande manifestazione di protesta.

In contemporanea, dal 21 al 24 febbraio, scatterà la serrata totale con lo stop a visite ed esami in convenzione. E’ quanto deciso nel corso dell’assemblea generale dei privati accreditati, svoltasi ieri, sabato 4 febbraio, a Caltanissetta.

Sotto accusa finisce “l’atteggiamento dell’assessore regionale alla Sanità Giovanna Volo, che, in attesa dell’allestimento dei tavoli tecnici intersindacali, da lei stessa annunciati, non ha risposto al nostro appello di organizzare un primo incontro preliminare per provare ad approcciare, insieme, le problematiche che affliggono la nostra categoria” ha spiegato il dott. Pietro Miraglia, presidente regionale di Federbiologi SnaBilp, l’organizzazione sindacale dei biologi titolari di laboratori di analisi (sia in forma singola che associata), lamentando il disagio che attanaglia la branca della patologia clinica.

I privati invocano l’aumento dei fondi messi a disposizione delle strutture territoriali: “Quelli erogati attualmente (282 milioni di euro l’anno) bastano appena a coprire le richieste fino al 20 del mese. Il resto (almeno 60 milioni) dobbiamo metterlo noi di tasca nostra”, prosegue Miraglia.

Insomma: “per dieci giorni al mese siamo costretti a lavorare in extra budget il che significa stangare malamente un settore che da solo esegue il 75 per cento delle prestazioni specialistiche e di laboratorio effettuate annualmente su tutta l’isola”. “Di questo passo – conclude Miraglia – centinaia di strutture saranno costrette a chiudere i battenti con il rischio di licenziamenti per almeno 10mila persone”.


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