Sanità, quei dubbi di Scn sulla nomina di Alessandro Caltagirone

Sanità, quando all’Ars si sollevarono dubbi sulla nomina di Caltagirone

Il manager e la memoria dell'accusa al processo Cuffaro
L'INCHIESTA
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PALERMO – C’è un filo rosso che parte dalle indagini della procura di Palermo che portarono al processo ‘talpe alla Dda’, apertosi nel 2005, e arriva fino all’inchiesta di questi giorni coordinata dagli stessi uffici giudiziari e che ha scosso la politica regionale. Il nome di uno degli indagati odierni, Alessandro Caltagirone, manager dell’Asp di Siracusa, compare nella memoria che l’allora pm del processo a Totò Cuffaro, Maurizio de Lucia, oggi capo della procura di Palermo, presentò al gup con i colleghi Giuseppe Pignatone, Michele Prestipino e Antonino Di Matteo.

La memoria dell’accusa al processo talpe Dda

Caltagirone, che non era indagato in quella inchiesta, fu indicato come uno dei dipendenti delle società facenti capo a Michele Aiello, re delle cliniche private. Nella stessa memoria si fa riferimento al padre del manager, Francesco Paolo. Quest’ultimo fu “già socio”, come si legge, della ditta ‘Icre’ (Industria chiodi e reti), “unitamente ai notissimi esponenti bagheresi di Cosa nostra Antonino Gargano e Leonardo Greco”.

L’interrogazione di Sud chiama nord

Quella memoria fu rispolverata dal deputato di Sud chiama nord all’Ars Giuseppe Lombardo nel marzo del 2024, a distanza di venti anni. Era il periodo nel quale si erano appena chiuse le trattative della politica regionale sulla scelta dei manager delle aziende sanitarie. In quel momento erano ancora in veste di commissari. Lombardo presentò una interrogazione all’allora assessora alla Salute Giovanna Volo. Il deputato le chiese se non ritenesse opportuno “riconsiderare” le valutazioni sottostanti alla nomina di Caltagirone a commissario dell’Asp aretusea. Una richiesta alla luce di quella memoria risalente a venti anni prima.

Giuseppe Lombardo
Giuseppe Lombardo (Sud chiama nord)

Volo: “Nessun ostacolo alla nomina di Caltagirone”

Dopo 15 giorni arrivò la risposta di Volo: “Nessuna condizione ostativa alla nomina di Caltagirone”, scrisse l’allora assessora alla Salute. Nella sua risposta scritta Volo ricordò del resto che Caltagirone, oggi autosospeso dalla carica di dg dell’Asp di Siracusa, era iscritto nell’elenco nazionale dei “soggetti idonei” alla nomina di dg delle aziende sanitarie. Nessuna condanna, che avrebbe potuto sbarrare la strada alla nomina a manager, del resto, è mai stata riportata da Caltagirone.

“Mio padre? Fedina penale pulita”

Il manager, nel 2024, spiegò così la vicenda a Il Fatto Quotidiano: “Sono storie vecchie di oltre trent’anni che non mi hanno mai riguardato come indagato. Nel processo, poi, venne appurato che la mia assunzione era frutto della segnalazione di un mio professore di Fisica nucleare che sentì di valorizzarmi”. Il padre? “La sua fedina penale è rimasta immacolata finché ha vissuto, semmai anche lui fu vittima dell’essersi ritrovato accanto persone che in un dato momento della loro vita intrapresero altri percorsi”.


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