PALERMO – “Come se la sanità siciliana non avesse già abbastanza problemi, ora scopriamo che la gestione delle risorse per il potenziamento della rete ospedaliera è stata un disastro burocratico con tanto di battaglie legali annesse”.
È il commento di Michele Catanzaro, capogruppo del Partito Democratico all’Assemblea Regionale Siciliana alla notizia della sonora bocciatura da parte della sezione di controllo della Corte dei Conti al Piano di riorganizzazione delle terapie intensive e sub-intensive in chiave anti Covid con i fondi del Pnrr destinati alla Sicilia.
“Dall’esiguo numero di posti di terapia intensiva attivati alle carenze nei pronto soccorso e nella rete ospedaliera, la Corte dei Conti parla di ‘deficit di capacità amministrativa’ e, purtroppo, non possiamo dargli torto”.
“Questa gestione ci dimostra che, oltre alle difficoltà sanitarie, abbiamo dovuto affrontare anche un’epidemia di burocrazia inefficace – continua Catanzaro –. E adesso ci tocca pure fare i conti con le conseguenze di una programmazione fallimentare, che invece di potenziare la sanità pubblica ha prodotto ricorsi e nuove spese. Complimenti a chi ha gestito il tutto con tanta leggerezza, complimenti a questo centrodestra incapace di garantire ai siciliani il diritto alla salute”.
“È il momento di dire basta ad improvvisazioni e ritardi, archiviando definitivamente il solito copione di inefficienze che poi si traducono in costi e disservizi per i cittadini. La sanità siciliana non può più permettersi errori del genere, – conclude – servono serietà, competenza e una pianificazione degna di questo nome. Il Partito Democratico farà di tutto per evitare che certe situazioni si ripetano, perché la salute pubblica merita rispetto, non ulteriori complicazioni”.
Faraone (Italia Viva): “La politica dei governi di centrodestra è tutta sbagliata”
“La Corte dei Conti l’ha messo anzi nero su bianco con un documento che, in sintesi, dice: la politica sanitaria dei governi di centri destra è tutto sbagliato, tutto da rifare”. Lo dice Davide Faraone, capogruppo di Italia Viva alla Camera.
“Basta leggere la relazione della Sezione di Controllo della Corte sulla gestione siciliana del settore sanitario. Si scopre così che i letti di terapia intensiva sono solo il 21% rispetto a quelli che si dovevano realizzare. Per quelli di sub-intensiva siamo lì: 33%. Una percentuale che fotografa il gravissimo ritardo sugli interventi di adeguamento dei pronto soccorso, solo 8 su 24″.
“Il quadro è tale che, per la Corte, non solo gli obiettivi regionali non sono stati raggiunti, tanto da inchiodare il servizio siciliano al di sotto degli standard minimi richiesti a livello nazionale. Naturalmente il Marchese del Grillo, Renato Schifani, dirà che anche la Corte dei conti sbaglia, toghe rosse, e invece no, come andiamo difendono da tempo la sanità regionale… finì a Schifani”, conclude.
Lombardo (ScN): “Serve un intervento immediato”
“Da tempo denunciamo le gravi criticità nella gestione delle risorse sanitarie destinate al rafforzamento della rete ospedaliera in Sicilia per l’emergenza Covid. La delibera della Corte dei conti conferma le nostre preoccupazioni e sottolinea la necessità di un intervento immediato”. Lo evidenzia il deputato di Sud chiama Nord Giuseppe Lombardo. “In particolare, si evidenzia l’allarmante quadro emerso dalla relazione allegata alla delibera, che mette in luce significative discrepanze rispetto ai dati nazionali di programmazione di posti letto – prosegue Lombardo -. Infatti, a fronte di un totale di 720 posti letto di terapia intensiva programmati, sono stati realizzati solo 151 posti (21%), di cui 109 collaudati e in uso. Analogamente, per i 350 posti letto di terapia semi o sub-intensiva programmati, sono stati realizzati 116 posti (33%), con solo 78 collaudati e in uso”.
Lombardo: “Faraoni venga in commissione”
Lombardo poi prosegue: “Si segnalano gravi inadempienze e ritardi anche per quanto riguarda gli interventi di adeguamento delle aree di pronto soccorso, dove, a fronte di 24 interventi programmati, solo 8 sono stati effettivamente realizzati (33%), di cui 6 collaudati e in uso. Al mese di novembre 2024, a fronte dei 71 interventi previsti nel Piano ex D.A. 1014/2021, solo 47 sono stati effettivamente avviati e appena 31 risultano completati. Un dato ancora più allarmante se si considera che, nonostante l’incremento della spesa da 237 milioni di euro inizialmente stanziati a ben 315 milioni di euro, i lavori procedono con lentezza e restano numerose opere ancora da realizzare. Per questo motivo, ho formalmente richiesto la convocazione in audizione dell’assessore alla Salute presso la sesta commissione legislativa dell’Ars. È necessario fare chiarezza sulle responsabilità di questa gestione fallimentare ereditata dal precedente governo e, soprattutto, capire quali misure urgenti il governo regionale oggi intende adottare per garantire il completamento della rete ospedaliera programmata per l’emergenza Covid”.
De Luca (M5S): “Bocciati dai fatti”
“La sonora bocciatura della Corte dei conti? Non ci meraviglia affatto, la sanità di casa nostra è stata già ampiamente bocciata dai fatti e dai siciliani che ogni giorno scontano sulla propria pelle le inefficienze del governo Schifani e di quello che lo ha preceduto”. Lo afferma il capogruppo del M5S all’Ars Antonio De Luca. “Schifani – come al solito – proverà a mettere la solita pezza sulla voragine aperta dalla gestione di centrodestra, ma, purtroppo per lui, la disastrosa realtà siciliana difficilmente può essere cancellata. Di questo è certamente responsabile il governo Musumeci con l’allora coordinatore della struttura tecnica e soggetto attuatore dell’emergenza Covid in Sicilia Tuccio D’Urso”.
“Ma il governo Schifani – continua –, che non ha voluto separare le proprie responsabilità da quelle del governo Musumeci, è ugualmente colpevole di questa situazione che sconteranno i siciliani, che non solo vedranno queste opere sorgere (se sorgeranno) con grave ritardo, ma anche con un considerevole aumento di spesa che sottrarrà decine di milioni di euro alle altre emergenze. Questa vicenda non può passare sotto silenzio, per questo chiederemo che sul tema si faccia una seduta d’aula ad hoc”.