SIRACUSA – Tra il messaggio universale del Giubileo della Misericordia e l’attualità dei controlli antiterrorismo, la festa di Santa Lucia a Siracusa ha trovato il modo di offrire pure una novità nella storia della devozione: per la prima volta un gruppo di atleti dell’Ortigia di pallanuoto ha portato il simulacro della patrona. Da sempre un miscuglio di liturgia e fede, dottrina e tradizione in chiave identitaria (“Sarausana iè” è il grido dei portatori) quest’anno la festa s’è arricchita del rito di apertura della Porta santa, che l’arcivescovo Salvatore Pappalardo ha voluto in cattedrale proprio nel giorno devozionale più atteso: “Troviamo il messaggio universale del giubileo della Misericordia – ha detto – nell’esempio di fedeltà al Vangelo e di coerenza di vita cristiana di Santa Lucia”.
La festa della martire siracusana, che ha declinato in chiave cattolica l’antico mistero della luce, è cominciata sotto la splendida luce del dicembre siracusano. Tredici “colpi di cannone” hanno svegliato la città alle 8. In mattinata s’è svolta la parte liturgica della festa; di pomeriggio quella più devozionale con la processione storica del simulacro dalla cattedrale, in Ortigia, alla basilica di Santa Lucia al sepolcro, nel quartiere della Borgata dove secondo la tradizione avvenne il martirio. Alle 10 in cattedrale l’arcivescovo, dopo aver compiuto il rito dell’apertura della Porta santa, ha recitato il pontificale: “Da quella porta – ha detto riferito all’imminente processione – passeremo tra poco da pellegrini insieme alla nostra amata concittadina Santa Lucia. La luminosa bellezza della nostra Patrona è riflesso della felicità di Dio che ha trovato ospitalità: nella sua feriale e generosa solidarietà con i poveri; nel suo tenero, casto e profondo rispetto per ogni uomo; nella sua coraggiosa dignità, più forte di qualsiasi violenza e arroganza”.
Di pomeriggio, alle 15,30, l’uscita del simulacro con la novità storica nella devozione cittadina: diciannove atleti dell’Ortigia di pallanuoto si sono uniti ai portatori storici e hanno trasportato il simulacro all’uscita dalla cattedrale, per il breve tragitto di piazza Duomo: da sotto il sagrato all’imbocco con via Picherali. “Un pezzettino di percorso – ha spiegato il presidente della deputazione della Cappella di Santa Lucia, Pucci Piccione – ma simbolico: sono segnali belli e nuovi che si inseriscono in una devozione sempre più profonda e radicata”.
Nel frattempo l’arcivescovo Pappalardo dal balcone parlava ancora alla città: “Santa Lucia è certamente icona di quella Chiesa in uscita di cui parla Papa Francesco. Una Chiesa che si fa prossima a tutti gli uomini e le donne del nostro tempo e, tra questi, predilige i poveri, gli immigrati, i senza tetto, gli emarginati, coloro che sono stati privati della loro dignità e, perfino della speranza”. Benché discreta, sin dalla mattina in cattedrale e per tutta la processione s’è notata la presenza di agenti di polizia, carabinieri e guardia di finanza: “Nessun allarme specifico”, ha precisato la diocesi. Solo il frutto delle recenti misure antiterrorismo. In serata il simulacro giungerà nella basilica di Santa Lucia alla Borgata, dove resterà per una settimana. Da domani a sabato sarà possibile visitare la catacomba di Santa Lucia anche in orario serale: alle 20,30 ed alle ore 21,30, con visite guidate. Domenica prossima, la processione dell’Ottava che riporterà il simulacro nella sua collocazione originaria, al Duomo in Ortigia.
