28 Marzo 2017, 15:31
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CATANIA – Si chiude con una serie di condanne e una sola assoluzione lo stralcio abbreviato del processo Bulldog che ha fotografato gli affari illeciti gestiti per conto della famiglia mafiosa Santapaola da Roberto Vacante con la sua rete di prestanome e picciotti. Il Gup Pietro Antonio Currò ha inflitto una pena di 11 anni e 6 mesi di reclusione il marito di Irene Santapaola, figlia di Salvatore e nipote di Nitto. Dagli otto anni ai due anni le altre pene comminate dal Giudice per le udienze preliminari che ha accolto le richieste di condanna avanzate dal pm Rocco Liguori al termine della sua arringa.
LE CONDANNE – Roberto Vacante, 11 anni e 6 mesi, Giuseppe Massimiliano Caruso, 8 anni e 6 mesi, Santo Patanè, 7 anni e 6 mesi, Francesco Russo, 6 anni e 6 mesi, Salvatore Di Bella, 7 anni, Danilo Di Maria, 3 anni e 2 mesi e 500 euro di multa, Nunzio Di Mauro, 2 anni, Giuseppe Vacante, 3 anni e 6 mesi e 600 euro di multa, Mario Aversa, 2 anni e 4 mesi, Nunzio Giarrusso, 2 anni, Angelo Lo Re, 2 anni, Giacomo Savaglia, 2 anni.
ASSOLUZIONI. E’ stato assolto con la formula perché il fatto non sussiste Daniele Furnari.
LA CONFISCA. Il Gup Pietro Currò ha disposto la confisca della società individuale Sportitalia di Grazia Irene Santapaola, le quote della Parking Car srl, l’impresa Giarrusso Caterina, le quote della Bull Dog Camp società cooperativa, le quote della Satin Blu srl, il ramo d’azienda destinato al lavaggio di autovetture nell’area di parcheggio di pertinenza dell’impresa individuale Santonocito Maria, il ramo d’azienda de La Rena Rent destinato alla gestione di un ristorante a Tremestieri.
L’INCHIESTA. Il blitz scatta a gennaio 2016. Gli agenti della Squadra Mobile arrestano Roberto Vacante per associazione mafiosa e intestazioni fittizia di beni. Il boss santapaoliano – secondo la ricostruzione dell’accusa – insieme a presunti sodali e prestanome (tra cui la moglie Irene Santapaola) avrebbe messo in piedi un sistema di affari illeciti che aveva come punto focale il controllo di una rete di imprese. Un tesoro societario che avrebbe permesso alla famiglia Santapaola di riciclare denaro sporco da far fruttare per accrescere la forza economica del clan e per mantenere i detenuti. Tra le società e le imprese finite sotto amministrazione giudiziaria anche la Cooperativa Bulldog Camp, da qui il nome dell’inchiesta. Il marito della nipote del capomafia Nitto è stato definito dal pentito Eugenio Sturiale colui che “ricicla i soldi della famiglia Santapaola”. Ma negli atti del processo sono state acquisite anche le dichiarazioni di altri collaboratori di giustizia che parlano del ruolo e del calibro criminale di Roberto Vacante. L’inchiesta parte dal monitoraggio di Francesco Russo, accusato di concorso esterno all’associazione mafiosa e oggi condannato. Un guizzo investigativo che permette di ricostruire la rete illecita di prestanome del marito di Irene Santapaola.
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28 Marzo 2017, 15:31