04 Dicembre 2018, 20:26
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PALERMO – “Il presidente di Sas si dimetta”. Il ciclone Gianfranco Micciché si abbatte su Marcello Caruso, presidente della società regionale, intorno alle tre del pomeriggio, in piena diretta televisiva, nel corso del programma di Trm, “Casa Minutella”. Ma non c’è solo quel violento atto d’accusa nel vero e proprio show di un’ora durante il quale il leader in Sicilia di Forza Italia non ha evitato nessun argomento: “Se dialogo meglio con Lega e Pd? Noi siamo moderati, la Lega no…”. E ancora: “I Cinquestelle? Alcuni sono un po’ matti, ma non sono robot. No alla proposta di Cancelleri”.
Il “caso Sas”
“Sono molto incazzato oggi – attacca Micciché – perché esco da due tre riunioni da cui viene fuori che per cavilli burocratici rischiamo di buttare per strada 134 persone, brave e laureate. Il presidente di Sas se non ha il coraggio per fare il presidente, si dimetta. Se non ha il coraggio di assumere persone che sono state licenziate dal pessimo governo di Crocetta, il peggiore di sempre, si dimetta. Sono persone licenziate dall’assessore Baccei perché Renzi aveva bisogno di soldi a livello nazionale. Hanno risparmiato così 30 milioni, ma poi ne hanno dati 300 al Forme per fare le cose che facevano quelli. Una vergogna di dimensioni gigantografiche”.
Il caso cui fa riferimento Miccichè è quello che LiveSicilia ha raccontato nei giorni scorsi. Una norma regionale “deroga” al blocco delle assunzioni solo per i 134 dell’albo dei “licenziati” dagli altri enti regionali. Ma il punto è: come assumerli? Le commesse che giustificano la loro assunzione durano due anni, ma la legge parla di “tempo indeterminato”. “Non esistono commesse a tempo indeterminato… Abbiamo chiesto alla Sas di assumerli – ribadisce Miccichè – abbiamo fatto la legge, e ora per cavilli burocratici si rischia che 134 famiglie vengano buttate in mezzo alla strada perché c’è qualche farabutto che non fa le azioni che deve fare. Questo è insopportabile”.
E come detto, l’attacco riguarda in particolare Marcello Caruso, vecchia conoscenza di Forza Italia dove ha ricoperto in passato anche ruoli di prestigio: “C’è tutta questa gente – racconta Miccichè – che viene a bussare: ‘Nominami qui, nominami lì’, ma stiano a casa. Facciano la calzetta. Non sono in condizione di intendere e di volere. Non sono in condizione di fare il loro mestiere: stiano a casa, invece di rovinare le famiglie, gente di 50 anni che non può farsi il Natale perché Caruso li ha licenziati”. E così, ecco che quella poltrona adesso traballa. Nonostante la scelta di Caruso sia giunta molti mesi dopo l’inizio della legislatura a causa proprio delle difficoltà della maggioranza di trovare un nome condiviso. “Chi l’ha voluto Caruso? Io l’ho voluto. La mia parte politica, mi è stato chiesto. Ma tutto potevo immaginare – prosegue Micciché – tranne che fosse così scarso. Io purtroppo non ho memoria perché avrei dovuto ricordare che già una volta gli era stata data una responsabilità importante e si era dimesso pure allora perché non aveva il coraggio di fare le cose. A questa persona dico: queste 134 persone per colpa tua, caro presidente della Sas non passano il Natale”.
Ma dietro le assunzioni, secondo Micciché ci sarebbe anche dell’altro: “Sapete perché – insiste Micciché – queste persone non vengono assunte? Perché dei farabutti che lavorano in quell’azienda hanno fatto terrorismo nei confronti di questo personaggio, perché questi soldi se non vengono spesi per le assunzioni se li fottono loro come aumento di stipendio. E io so quello che dico”. E così, mentre si fanno strada voci di possibili dimissioni di Caruso, torna caldissima la questione delle nomine negli enti regionali: “Il governo Musumeci deve resettare: guardiamo le nomine che abbiamo fatto e leviamoci dai c… quelle che non vanno perché sono indegne. E lo chiedo al presidente Musumeci, che ha le p… forse perché è fascista, e sono certo mi darà ragione”.
I rapporti col governo
E a proposito dei rapporti col governo Musumeci, a più riprese Miccichè ha voluto evidenziare la sintonia con l’esecutivo e l’importanza attribuita a questa esperienza: “Qualcuno mi diceva che ero contro Musumeci: ho dimostrato che è esattamente il contrario: sarebbe stato facilissimo, non avendo maggioranza in questa assemblea – spiega – andare contro il governo. Io ho fatto le umane e divine cose perché sono convinto che se il popolo vota un programma, chi fa politica deve fare di tutto perché il programma venga realizzato e perché il governo vada avanti. Ho fatto delle forzature, certo, ma non andrei a dormire sereno se non facessi di tutto perché vengano approvate le leggi. Se non avessi fatto le forzature, ad esempio, non sarebbero stati pagati quattromila stipendi. La nostra ricchezza – prosegue Micciché – si chiama governo Musumeci. E io devo proteggerlo. Al momento non esiste una Regione in Italia che governiamo senza la Lega, o in cui non è determinante, tranne la Sicilia, vi pare poco?”.
Il futuro di Forza Italia
“Se le Europee saranno l’ultima occasione in cui vedremo Forza Italia? No, perché? Ho letto che ormai si invecchia a 75 anni, Berlusconi ne ha ancora 80… ha 40 anni davanti. E comunque – dice Miccichè – mi sembra che già Berlusconi e Tajani abbiano lanciato un progetto. C’è la disponibilità anche a cambiare nome, per abbracciare tutti i moderati. Ne stiamo parlando anche qui in Sicilia, e l’incontro di Cefalù recente è un segnale: e c’era anche Musumeci, non ero così sicuro, e mi ha fatto molto piacere, è stata una apertura importante. È un ragionamento in itinere”.
Dialogo con la Lega o col Pd?
“Se trovo più difficoltà a dialogare con la Lega o col Pd? Io – risponde Micciché – sono il responsabile di Forza Italia un partito che ha dentro di sé anime diverse, ma non c’è dubbio che l’unica nostra possibile salvezza sono i moderati. E non considero la Lega tra questi”. Fin troppo chiaro l’implicito riferimento ai moderati del Pd.
No all’apertura di Cancelleri
E arriva un “no” secco alla proposta del leader in Sicilia del M5s Giancarlo Cancelleri. Una “apertura”, a dire il vero, indirizzata al governatore Musumeci in vista della prossima Finanziaria: “I Cinquestelle? Sono molto attenti – dice Micciché – alle telecamere e al web. Quando non ci sono le telecamere sono più normali. Alcuni sono un po’ matti, come in tutti i partiti, alcuni molto seri. Li sto conoscendo quest’anno per la prima volta nella mia vita politica. Non sono robot e non sono un’unica cosa. D’accordo con la proposta di Cancelleri? No”.
“Chiederò i soldi come attore”.
Infine, una battuta sul film di Ismaele La Verdera sulle elezioni amministrative di Palermo: “Una cosa di poca importanza – minimizza Miccichè – un po’ volgare, in cui tutti facciamo una brutta figura. Ma del resto, quando uno ti riprende di nascosto e mi chiede: cosa mi dai? È normale… lui voleva essere portato da Berlusconi e voleva essere candidato alle Europee. Tutta la discussione è stata basata sul ‘cosa mi dai’? Non ho firmato la liberatoria, ora gli chiederò i soldi come attore. Poi – conclude – li darò in beneficenza”.
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