08 Luglio 2013, 18:16
4 min di lettura
CATANIA – Tra dibattito, confronto ed esigenza di non dimenticare, stamattina in via Crociferi si è tenuto un breve dibattito tra sindacato e Anpi, l’associazione dei partigiani. Presenti all’incontro il segretario generale della Cgil Angelo Villari, la segretaria confederale Pina Palella, Santina Sconza presidente provinciale Anpi Catania, Giuseppe Mazzaglia componente commissione culturale provinciale Anpi Catania. Sono intervenuti anche Nino Milazzo, giornalista (che ha ricordato il duro ma bellissimo episodio della sua gioventù, quando in quegli anni rischiò di morire tra Valdagno e Collecchio, in un clima di vera e propria guerra civile) , e il ricercatore e storico dell’Università di Catania, Tino Vittorio, che ha posto l’accento sui tanto storicamente dibattuti rapporti tra mafia e sbarco degli alleati.
Per la Cgil di Catania, come sottolineato da Villari, “È stata la politica economica fascista a aggravare in maniera decisiva il divario economico tra nord e sud del Paese. E rispetto alla nostra regione, sono state proprio le scelte del regime a deprimere i settori più dinamici del nostro sistema produttivo, favorendo invece il blocco agrario e latifondista. Non bisogna dimenticare, poi, che gli ultimi anni del regime sono stati caratterizzati da un’evidente ostilità verso l’isola, tanto da giustificare, nel 1941, l’allontanamento dalla Sicilia di un migliaio di funzionari pubblici perché siciliani, e in quanto tali ritenuti sospetti e poco affidabili”.
Per Villari non è solo una questione di date e di valutazioni coniugate al passato. “Questa parabola discendente è culminata con la guerra, con l’allineamento al nazismo, con l’affermazione di un progetto bellicista, espansionista, totalitario che ha avuto nell’olocausto la sua più drammatica espressione. Per queste ragioni il luglio 1943 è stato un momento di liberazione per la nostra terra. Ha segnato uno spartiacque, l’inizio di una nuova tappa per la nostra regione e poi per il nostro Paese. L’operazione Husky è stata certamente una pagina drammatica, nel contesto di una guerra dall’illimitata violenza, che non ha fatto differenza tra civili e militari e che ha causato 50 milioni di morti. E anche in Sicilia ci sono stati gravi fatti di sangue che hanno avuto per protagonisti tedeschi e truppe alleate. Il conflitto in terra siciliana è stato violento, aspro, caotico e paradossale”. Secondo il sindacato è dunque saggio lasciare agli storici la narrazione di queste vicende, il coglierne difficoltà di lettura e aggiornamenti nel corso dei decenni. “Vogliamo rimarcare con forza il nostro credo storico, la nostra posizione, anche se nessuno vuole negare gli effetti di certe scelte che produssero una democrazia imperfetta, a tratti malata”, conclude il segretario generale. E aggiunge Pina Palella: “Ci auguriamo che le istituzioni stimolino la ricerca finanziandola a dovere, creando rapporti virtuosi e costanti tra istituzioni museali e ricercatori, sfruttandone il lavoro e le conoscenze per fare buona divulgazione. Perché non esiste una «storiografia ufficiale» ̶ come qualcuno dice ̶; esiste solo la buona storia, fatta di documenti, fonti e metodo scientifico. Una storiografia che dibatte e si confronta. Non stiamo pensando ad un “turismo” storico, ma ad una maggiore conoscenza di ciò che accadde in quegli anni nella nostra terra a partire dai luoghi. Una chiave che potrebbe rivelarsi interessante per la cultura stessa del territorio”.
Ma c’è un’altra ricorrenza che cade proprio in questi giorni, che la Cgil ha voluto con forza commemorare oggi. Proprio l’8 luglio 1960 un ventenne di Agira, Salvatore Novembre, disoccupato edile, arrivò a Catania per cercare un lavoro. Quel giorno in città era in corso una manifestazione che seguiva ai fatti di Genova, Reggio Emilia, Licata, Palermo, centri dove si erano verificati durissimi scontri di piazza, con morti e feriti, contro il governo Tambroni e il congresso del Movimento Sociale Italiano che doveva tenersi a Genova. La sera, coinvolto nella manifestazione, il giovane fu ucciso dai colpi di arma da fuoco sparati dalla polizia. I suoi funerali scatenarono una grande manifestazione popolare a Catania il 13 luglio a cui parteciparono decine di migliaia di persone.
“Chiederemo all’amministrazione comunale di ricordare Novembre dedicandogli una targa che non ne disperda la memoria”, ha voluto sottolineare la Sconza, riprendendo l’analoga richiesta già avanzata ufficialmente dalla Cgil in occasione del sessantesimo anniversario di quei fatti. La presidente dell’ Anpi, in coerenza con i temi legati alla democrazia e ai valori di libertà, non ha mancato di ricordare come in questi giorni il Parlamento stia per modificare l’articolo 138 della Costituzione (sulla leggi di revisione della Costituzione stessa).
Pubblicato il
08 Luglio 2013, 18:16