06 Dicembre 2014, 14:17
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PALERMO – L’unico, per la stessa Procura, a meritare di uscire dall’inchiesta denominata Ciapi 2 è l’ex amministratore del Palermo calcio, Rinaldo Sagramola: non ebbe alcun ruolo nelle truffe e nelle false fatturazioni che ruotavano attorno all’ente palermitano di Formazione professionale. Per lui i pubblici ministeri hanno chiesto l’archiviazione. Per tutti gli altri, invece, c’è la richiesta di rinvio a giudizio. Sono in ventitré di cui diciotto persone fisiche, fra cui sette politici, e cinque giuridiche.
L’elenco si apre con Fausto Giacchetto, manager della pubblicità e consulente dell’ente di formazione palermitano travolto dallo scandalo. Poi, ci sono i politici: Francesco Scoma, senatore di Forza Italia, l’ex deputato regionale Santi Formica, anche lui di Forza Italia, l’ex parlamentare del Pdl all’Ars, Salvino Caputo, e Nino Dina, dell’Udc, attuale presidente della commissione Bilancio del Parlamento siciliano. Ed ancora: gli ex consiglieri comunali di Palermo Salvatore Alotta e Gerlando Inzerillo (Pd e Grande sud), il sindaco di centrodestra di Santa Flavia, Salvatore Sanfilippo.
Il solo Scoma è indagato per corruzione e violazione della legge sul finanziamento pubblico dei partiti. Scoma, secondo l’accusa, da ex assessore regionale alla Famiglia avrebbe consentito al Ciapi di ottenere finanziamenti per 5 milioni di euro, parte dei quali sarebbero poi finiti nelle tasche di Giacchetto, le cui società si occupavano dei piani di comunicazione per conto dell’ente di formazione con sede al Roosevelt di Palermo. In cambio Scoma avrebbe ottenuto il pagamento di 13.200 euro di spese elettorali, un soggiorno a capri (6.400 euro) e due abbonamenti allo Stadio Barbera per assistere alle partire del Palermo. Tutti gli altri indagati rispondono solo di finanziamento illecito ai partiti, un reato che si prescriverà nel 2016.
A completare l’elenco degli indagati, per le ipotesi di truffa di Sandro Compagno e Carmelo Bellissimo, dirigenti del Ciapi, Calogero Bongiorno, che per l’ente di formazione curò il progetto Co.Or.Ap finito al centro dell’inchiesta, e degli imprenditori Massimiliano Sala, Armando Caggegi, Giancarlo Ferrara, Maurizio Pipitone, Antonina Di Salvo, Alfredo Flaccomio, Ornella Graziano. Le cinque società coinvolte nell’indagine sono: Media Consulting, Media Center&Managment, Effemmerre Group, Cofarg, Adilat sas.
L’inchiesta, coordinata dal procuratore aggiunto Leonardo Agueci e dai sostituti Agnello, Demontis, Paci, Padova e Picchi, è già sfociata in due condanne e in un altro processo. L’ex assessore Gianmaria Sparma ha patteggiato la pena mentre l’ex dirigente del Consorzio Asi di Palermo, Domenico Di Carlo, è stato condannato in abbreviato.
Giacchetto è già sotto processo nella cosiddetta inchiesta “Ciapi 1” assieme a Stefania Scaduto e Concetta Argento (rispettivamente segretaria e moglie di Giacchetto), Francesco Riggio, ex presidente del Ciapi, all’ex d
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