20 Gennaio 2021, 17:16
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CATANIA – Concorsi accademici che sarebbero stati cuciti su misura per un candidato. Un modus operandi – quello scoperto dalla Digos di Catania alcuni anni fa nell’ambito dell’operazione Università Bandita – che sarebbe lontano dal quel sacro principio della meritocrazia, ma frutto di un sistema forse fin troppo rodato e accettato a testa bassa. Anche se al momento tutto resta nell’ambito di un’ipotesi accusatoria che deve passare al vaglio di un giudice.
Lo scandalo giudiziario, che ha come punto di partenza l’ateneo catanese, ha coinvolto il mondo universitario italiano con decine e decine di indagati, non solo siciliani. L’inchiesta si è divisa in due tronconi: il principale vede protagonisti i due ex rettori Giacomo Pignataro e Francesco Basile e altri 8 docenti che secondo i magistrati etnei rappresenterebbero la ‘cabina di regia’ (l’accusa è di associazione a delinquere, ndr) creata proprio allo scopo di bandire i concorsi preconfezionati. Accusa però che i prof, ad uno ad uno, hanno rispedito al mittente nel corso dell’udienza preliminare che si sta svolgendo in questo mesi.
“Nessuna associazione a delinquere”, è stato il mantra che ha accomunato interrogatori e dichiarazioni spontanee degli imputati. Nel fascicolo del processo i pm Marco Bisogni, Raffaella Vinciguerra e Santo Di Stefano hanno depositato la richiesta di rinvio a giudizio per gli indagati del secondo troncone, tra cui figurano l’ex sindaco Enzo Bianco, l’ex assessore Orazio Licandro e l’ex procuratore capo Enzo D’Agata. Rispetto all’avviso di conclusione indagini, gli imputati che dovranno presentarsi il 17 marzo davanti al gup Simona Ragazzi alla bunker di Bicocca sono 45. Quindi 10 in meno. Nei nomi citati nel decreto di fissazione dell’udienza preliminare manca anche quello di Antonino Recca, un altro ex rettore Unict. La maggior parte dei nomi stralciati (non tutti, ndr) sono oggetto di una richiesta di archiviazione. Le accuse a vario titolo per i 45 imputati sono turbativa d’asta, corruzione e induzione a dare e promettere utilità.
La gup Simona Ragazzi ha già programmato un calendario (provvisorio) per lo svolgimento dell’udienza preliminare: 25 marzo, 7 aprile, 27 aprile e 5 maggio.
Resta da comprendere se le difese chiederanno l’unione dei due procedimenti, visto che molti capi d’imputazione riguardano imputati divisi in due procedimenti paralleli. Il rigetto del giudice Rizza – nel troncone principale – si era basato sul fatto che non c’era ancora una data d’udienza fissata. Questa lacuna è stata colmata. E, per uno strano caso, il 18 marzo è stata fissata la requisitoria dei pm per chiedere il rinvio a giudizio gli ex rettori Basile, Pignataro e gli altri 7 prof. Giancarlo Magnano di San Lio ha optato infatti per il rito abbreviato.
I nomi degli imputati del secondo troncone sono: Salvatore Cesare Amato, Pietro Baglioni, Laura Ballerini, Antonio Barone, Giovanni Barreca, Enzo Bianco, Antonio Biondi, Paolo Cavallari, Giovanni Cigliano, Umberto Cillo, Agostino Cortesi, Vera Maria Lucia D’Agata, Enzo D’Agata, Stefano De Franciscis, Francesco Di Raimondo, Marcello Angelo Alfredo Donati, Alessia Facineroso, Santi Fedele, Anna Garozzo, Sebastiano Angelo Alessandro Granata, Calogero Salvatore Guccio, Alfredo Guglielmi, Giampiero Leanza, Massimo Libra, Orazio Antonio Licandro, Luigi Mancini, Massimo Mattei, Paolo Mazzoleni, Maura Monduzzi, Marco Montorsi, Matteo Giovanni Negro, Ferdinando Nicoletti, Maria Caterina Paino, Giuseppe Maria Pappalardo, Pietro Pavone, Vincenzo Perciavalle, Giovanni Puglisi, Stefano Giovanni Puleo, Maria Alessandra Ragusa, Romilda Rizzo, Salvatore Saccone, Giovanni Schillaci, Luca Vanella, Giuseppe Vecchio, Giuseppina Lavecchia.
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20 Gennaio 2021, 17:16