“Schiave del sesso” a Palermo| Blitz della finanza, 4 arresti

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13 Giugno 2019, 08:23

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PALERMO – La meta finale era Palermo dove le ragazze venivano avviate alla prostituzione. Costrette a vendere il loro corpo per ripagare il debito contatto con l’organizzazione.

I finanzieri del Gico del Nucleo di polizia economico-finanziaria di Palermo, coordinati dalla Direzione distrettuale antimafia, hanno fermato quattro persone. Sono indagate per associazione a delinquere transnazionale, favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, tratta di esseri umani e sfruttamento della prostituzione. Le operazioni si sono svolte fra Palermo, Napoli e Dervio (LC).

Le ragazze erano illuse dal miraggio di una vita migliore e così, con la promessa di ottenere un lavoro, contraevano un debito di trenta mila euro che, questo era l’accordo, avrebbero ripianato lavorando onestamente a Palermo.

Per garantire il debito si sottoponevano a macabri riti voodoo, i cosiddetti “shrines”, che prevedevano il sacrificio di animali, il prelievo di unghie, capelli e biancheria intima delle vittime.

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Le donne venivano poi trasferite in Libiarinchiuse in delle prigioni in attesa di essere imbarcate per l’Italia. Una volta giunte a Palermo venivano avviate al lavoro in strada con la minaccia che, qualora si fossero ribellate, i loro parenti avrebbero subito gravi conseguenze in patria.

Il capo della banda era una nigeriana di 35 anni che vive a Palermo. Era la “maman” che faceva picchiare le ragazze da due connazionali. Quindi entrava in gioco un palermitano di 78 anni, Giuseppe Marino, che le accompagnava con la sua macchina nei luoghi della prostituzione. Non si allontanava dagli angoli dei marciapiedi, ma faceva da vedetta per avvisare dell’eventuale arrivo delle forze dell’ordine.

> Guarda il video con le intercettazioni

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13 Giugno 2019, 08:23

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