10 Marzo 2017, 13:34
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PALERMO – “Sto procedendo alla revoca a tutti i miei consulenti, dopo che il presidente mi ha scritto che non è opportuno che sia l’organo politico a nominarli. Certo adesso mi aspetto che tutti i membri della giunta revochino i loro. Non solo: se mandiamo via qualcuno che non è indagato ma è stato solo intercettato in un’inchiesta, sono certo che non ci potrà essere posto per chi è indagato o addirittura per qualcuno che abbia avuto una condanna. Tanto più se lavorasse pagato e non a titolo gratuito. Sono garantista ma mi aspetto omogeneità”.
Alessandro Baccei, assessore regionale all’Economia, risponde così all’ultimo attacco del presidente della Regione Rosario Crocetta. Con quello che sembra un elegante smascheramento del consueto gioco del puntare alla pagliuzza nell’occhio altrui ignorando le abbondanti travi di Palazzo d’Orleans e del cerchio magico del presidente, dai casi giudiziari di Patrizia Monterosso alle più recenti vicissitudini di Antonio Ingroia.
La tensione in giunta, insomma, resta altissima e l’ultimo casus belli scelto dal governatore per silurare lo scomodo assessore renziano, che fa riferimento all’arcinemico di Croceta Davide Faraone, è quello della consulenza affidata tre mesi fa a Domenico Casalino (gratuita, scadrà a giorni) come supporto alla definizione delle strategie di acquisto della centrale unica per gli acquisti della Regione. Casalino ha avuto un trascorso di ad in Consip ed è finito nelle intercettazioni sull’inchiesta che riguarda anche il padre di Matteo Renzi ma non è indagato.
Crocetta già la scorsa settimana aveva puntato Baccei con un paio di irrituali “lettere aperte”. La vicenda Casalino ha offerto al governatore l’assist per un altro affondo. Con una lettera molto dura in cui Crocetta ha mosso a Baccei una serie di contestazioni. Dalla nomina del consulente di cui il governatore lamenta di non esser stato informato fino ai rapporti con Mps, passando per la mancata attivazione di protocolli di legalità.
Crocetta nella sua lettera fa espresso riferimento alla possibilità di dimissioni di Baccei, un desiderio che da tempo il governatore accarezza. Tra gli addebiti mossi da Palazzo d’Orleans la vicenda dei rapporti con Mps, tirata fuori da Antonio Fiumefreddo, secondo cui Baccei “si sarebbe recato ad incontri con la banca senza alcun coinvolgimento del sottoscritto mentre era in corso un contenzioso per 200 milioni di euro da noi avviato, tale avvenimento assumerebbe ulteriore rilevanza anche alla luce del fatto che lei in passato avrebbe prestato attività di consulenza a favore del Monte per conto della società Ernest & young”.
L’assessore toscano ha risposto a tutte le richieste di chiarimenti del presidente con ben quattro lettere. Precisando tra l’altro di non aver mai lavorato per Mps e che i protocolli di legalità evocati da Crocetta doveva essere lo stesso Crocetta a firmarli, anche sugli Urega.
“Ho scritto al presidente che siamo d’accordo su tutto. Ed è certtamente suo diritto chiedere e ottenere chiarimenti. Ora però gradirei omogeneità”, ribadisce l’assessore a Livesicilia. Baccei, insomma, non molla. Lasciando a Crocetta eventualmente la mossa di licenziarlo.
E a denunciare l’operazione “mascariamento” di Palazzo d’Orleans è lo stesso Davide Faraone, che dal canto suo difende il suo assessore ricordando che lui avrebbe preferito andare al voto anticipato staccando a spina al governo: “C’è chi ama lavorare, chi ama fare provvedimenti concreti e chi ama invece passare pomeriggi all’arena di Giletti o intere giornate a costruire dossier fasulli nei confronti di avversari politici ed alleati. Buttare fango su persone perbene. Abbiamo lavorato nonostante una zavorra non da poco. Siamo stati una sorta di girello. Ma con il girello lo so, ti muovi a fatica, resisti, certamente non corri. Avremmo voluto fare più in fretta e meglio, avremmo voluto chiudere Riscossione Sicilia e creare un fisco amico dei siciliani, avremmo voluto che tutti i soldi destinati fossero stati ben spesi in Sicilia. Come vedete – ha detto Faraone rispondendo ai cronisti a Catania -parlo al passato. Voi ancora vi appassionate a discutere di questa legislatura, per me è il passato. Rottamata. Chiusa. Non mi interessa più. Noi ormai guardiamo avanti, dobbiamo abbandonare il girello, togliere le zavorre e correre”.
In questo clima Crocetta, il suo assessore al Bilancio e il Parlamento dovranno affrontare nei prossimi giorni l’approvazione della finanziaria che dovrebbe far ripartire la Sicilia. Meglio di così…
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10 Marzo 2017, 13:34