Cronaca

Scuola, la Sicilia divisa: rientro, dad e nuove regole

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17 Gennaio 2022, 06:04

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PALERMO – Sul dossier scuola, è proprio il caso di dirlo, il caos regna ormai sovrano e la Sicilia è divisa.

Nelle zone gialle si torna in classe ma, secondo quanto stabilito ieri dal Tar di Catania, la norma regionale sulla possibilità di chiudere già dalla zona arancione non vale. Insomma, in ogni Comune c’è una regola diversa. E mentre oggi, gli studenti di Siracusa, pur in zona arancione, torneranno in classe, perchè così ha stabilito il giudice amministrativo, in tanti altri comuni arancioni – tra cui Agrigento -, la campanella non suonerà perchè i sindaci hanno disposto la chiusura e nessuno li ha fermati.

La situazione è più complessa che mai. E se sabato, con l’allineamento dell’assemblea dell’Anci Sicilia, sembrava essere tutto chiaro, ieri la decisione di un ricorso proposto dal Ministero dell’Istruzione contro il Comune di Siracusa ha rimesso tutto in discussione.

Quali regole applicare?

La citta guidata da Francesco Italia è in zona arancione già a partire dal 7 gennaio, data della prima ordinanza dell’anno del presidente della Regione Nello Musumeci sulla gestione della pandemia in Sicilia. In quell’atto, il governatore ha stabilito alcune zone arancioni e poi ha disposto per i comuni interessati la possibilità per i sindaci di chiudere la scuola e disporre la Dad, “previo parere tecnico-sanitario obbligatorio e conforme dell’Asp territorialmente competente”. A Siracusa come in tanti altri enti locali dichiarati zona arancione – in Sicilia sono al momento circa 150 – i primi cittadini hanno così disposto le chiusure.

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A suggerire che questa fosse l’interpretazione corretta, anche la presa di posizione di qualche prefetto che, invitando i sindaci in zona gialla a fare un passo indietro rispetto alle ordinanze del 13 gennaio ricordava come chiudere le scuole fosse possibile solo nelle zone arancioni e rosse.

La decisione del Tar Catania

Ieri però il presidente della sezione di Catania del tribunale amministrativo regionale per la Sicilia ha riscritto la storia affermando, in altre parole, che l’ordinanza di Musumeci è carta straccia. Questo in quanto un decreto legge approvato lo scorso agosto dal Parlamento stabilisce che i sindaci possono chiudere le scuole “esclusivamente in zona rossa”. E tale normativa, per il Tar è “prevalente”.

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Sarebbe sbagliata dunque la scelta di Musumeci di ampliare tale possibilità alle zone arancioni sfruttando la parte della legge che dice che le scuole si possono chiudere anche in “circostanze di eccezionale e straordinaria necessità dovuta all’insorgenza di focolai o al rischio estremamente elevato di diffusione del virus SARS-CoV-2”.

La sottosegretaria all’Istruzione contro il governatore

Ad attaccare il presidente della Regione siciliana è anche la sottosegretaria all’Istruzione Barbara Floridia. “Nessuno – ha scritto su Facebook – continui a privare del diritto allo studio i più piccoli, i nostri giovani, tenendo le scuole chiuse mentre tutto il resto è aperto! In Sicilia un’ordinanza di Musumeci ha creato lo scompiglio e da troppi giorni c’è confusione. Questa ordinanza, malamente interpretata, viene utilizzata per chiudere le scuole in zona rossa o arancione, indiscriminatamente”.

Sicilia divisa tra arancione e giallo

Insomma, una regola chiara comune al momento non c’è e la Sicilia resta divisa. Tra gli studenti che si trovano in zona arancione ci sono quelli che non andranno a scuola e seguiranno le lezioni in Dad, ed altri che invece si dovranno presentare in classe, pur vivendo in aree dichiarate dal presidente della Regione dello stesso colore.

Anche per questo ad Agrigento si annunciano nuovi ricorsi. Nella città della Valle dei templi il sindaco Francesco Miccichè ha deciso la chiusura ed è stato stoppato dal Tar di Palermo. Poi è arrivata la zona arancione e il sindaco ha emanato una nuova ordinanza di chiusura. Ordinanza, quest’ultima, che è stata avversata nuovamente da un gruppo cittadini che ha proposto un nuovo ricorso al Tar.

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Ciò che appare più chiaro è quello che accadrà per i pure tanti comuni in zona gialla. I primi cittadini hanno infatti stabilito che dove il sistema di colorazione è più tenue: si può tornare tra i banchi di scuola. Il problema rimane, adesso per i tanti altri comuni siciliani in zona arancione con le scuole chiuse. Nei piccoli enti locali, probabilmente, i sindaci non saranno convocati davanti ai giudici amministrativi e quindi le ordinanze rimarranno in vigore. L’attesa è quella di un contrordine.

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17 Gennaio 2022, 06:04

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