Sergio dopo il terremoto

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20 Gennaio 2015, 17:30

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ROMA- Nel Pd la lacerazione è evidente, si consuma tutta intorno all’Italicum, alla questione della legge elettorale che – nonostante i dinieghi espliciti – è implicitamente legata alla vicenda del Quirinale.
Chi sarà il successore di Napolitano? Ma la domanda è soprattutto un’altra: come ci si arriverà? Che peso avranno le fibrillazioni tra i democratici, frondisti forzisti e centristi senza collare? Alla prima si sovrappone una seconda domanda: davvero i nomi che salgono per adesso alla ribalta corrispondono alle fisionomie di robusti candidati? Oppure si tratta di esche per distogliere l’attenzione e aspettare che passi – se mai passerà – la buriana?

Nel secondo caso, risulterebbe perfino sospetto l’accreditamento di consensi che si polarizza sempre di più su Sergio Mattarella e Giuliano Amato. Il secondo, tuttavia – il famoso ‘Dottor Sottile’ di estrazione socialista – sconterebbe la cautela di Renzi. Secondo i bene informati, il premier avrebbe subdorato una trappola costruita sul nome di Amato che sarebbe funzionale a bersaniani e vendoliani per metterlo in difficoltà, perché quella del ‘Dottor Sottile’ sarebbe una proposta ‘fuori dal controllo’ di Palazzo Chigi e dunque, anch’essa, ‘sospetta’.

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Molte strade portano dunque a Mattarella che riassume le caratteristiche di una carta assai importante: non entusiasma, ma non dispiace a nessuno. E’ una qualità che potrebbe risultare vincente in un probabile Vietnam parlamentare.

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20 Gennaio 2015, 17:30

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