Sfollati via dall’albergo tra 5 giorni| Tre famiglie vivono in un asilo

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12 Marzo 2013, 17:56

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PALERMO – Il 17 marzo è ormai alle porte e chi vive ancora in albergo vede trascorrere velocemente le ultime ore sotto quel tetto. Il proprio è crollato tre mesi fa sotto gli occhi dei vigili del fuoco e sopra quattro persone che, tra le macerie, hanno perso la vita. La drammatica vicenda di via Bagolino è senza fine: adesso chi ha perso la propria casa non sa dove andare a partire dal prossimo lunedì, quando non potrà più usufruire degli alloggi messi a disposizione dal Comune. Chi aveva già perso le speranza ha invece lasciato in anticipo l’albergo di via Archirafi ed ha occupato la struttura che avrebbe dovuto ospitare un asilo, in via Rallo, nei pressi di via Don Orione.

La polizia ha già tentato lo sgombero dell’edificio a fine gennaio, ma le tre famiglie che si trovano all’interno non hanno alcuna intenzione di lasciare l’immobile: “E’ una struttura vuota, abbandonata – afferma uno degli sfollati di via Bagolino – non vediamo perché dovremmo andarcene per strada, al freddo. Abbiamo perso tutto e non possiamo permetetrci di affittare un’abitazione, almeno adesso questo edificio serve a qualcosa”.

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Dodici persone, in tutto, hanno montato letti e raccolto beni di prima necessità per la vita di tutti i giorni, a cui contribuiscono amici, parenti e residenti della zona all’insegna della solidarietà. I bambini vanno a scuola nel quartiere, proprio come avevano sempre fatto. “In questo modo – aggiungono –  i nostri figli possono continuare ad andare nella loro scuola. Restando in via Archirafi avevamo anche difficoltà a fare la benzina ogni giorno”.

Ma sono l’incertezza e la paura del domani a prevalere in ogni parola di chi, in quel crollo, ha perso ogni cosa che aveva: “Io con la mia famiglia – aggiunge il signor Formisano – rimango qui in albergo attendendo una risposta dal Comune”. Sono tre in tutto i nuclei familiari che si trovano ancora nella struttura di via Archirafi: “Ma speriamo che entro questa settimana ci venga detto cosa ne sarà di noi – concludono – non abbiamo più lacrime da piangere”.

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12 Marzo 2013, 17:56

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