21 Gennaio 2022, 12:28
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Come anticipato ieri, la Sicilia va verso la zona arancione. Il 20,2 per cento di terapie intensive, che porta l’ultimo dato in bilico oltre il confine del venti per cento, è un segno inequivocabile. Se non ci saranno sorprese, a questo punto difficilmente ipotizzabili, il cambiamento di colore sarà annunciato ufficialmente tra qualche ora.
La situazione negli ospedali è ancora di affollamento. A mezzogiorno di questo venerdì ci sono sessantadue pazienti al pronto soccorso Covid dell’ospedale ‘Cervello’ di Palermo. Una cifra importante con un indice di sovraffollamento di oltre il trecento per cento. Dagli ospedali giungono segnali di stanchezza. Stabili gli ingressi in terapia intensiva, nello stesso nosocomio. Sono dodici i ricoverati, di cui nove non vaccinati. Tra i vaccinati preoccupa la situazione di un ragazzo di 26 anni con una rara complicanza da Covid. “In Sicilia siamo già nel picco di questa ondata, lo capiamo da alcuni parametri in diminuzione, come i contagi, i tamponi. Gli ospedali sono in una fase di stallo, speriamo che nel giro di una decina di giorni la situazione migliori”. Così, ieri, il commissario per l’emergenza Covid, Renato Costa.
Cambia poco per i vaccinati, cambia molto per i non vaccinati, in zona arancione. Le regole le abbiamo riassunte di recente QUI LA NOSTRA TABELLA. La distinzione tra possessori di Super Green pass (vaccinati o guariti) e altri riguarda gli spostamenti, il tempo libero e gli accessi alle attività. (LEGGI ANCHE LA TABELLA DEL GOVERNO). Di fatto la zona arancione sarà sentita pochissimo da alcuni e molto dagli altri.
E scatta l’allarme per i malati non Covid, lanciato dal professore Antonello Giarratano, esponente del nostro Comitato tecnico scientifico: ” L’ottantatré per cento circa della popolazione che ha bisogno di cure ospedaliere non è malata di Covid nelle forme gravi respiratorie che abbiamo conosciuto. Addirittura il 71 per cento ha patologie non Covid che necessitano di cure parimenti urgenti e spesso salvavita e il 12 per cento dei pazienti che sono positivi al virus non presentano gravi quadri respiratori ma soffrono per un altro problema. Queste persone, quindi la stragrande maggioranza dei pazienti che bussano in questi giorni nei nostri ospedali, scontano ritardi e dilazioni nella cura e sono o dovrebbero essere a questo punto una emergenza da trattare al pari di quella Covid”.
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21 Gennaio 2022, 12:28