28 Agosto 2021, 10:29
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E’ il ritorno della mascherina all’aperto e delle restrizioni nell’ambito della ristorazione. La Sicilia da lunedì 30 agosto sarà nuovamente ‘in giallo’ e il dispositivo di sicurezza dovrà essere ancora una volta indossato pure all’aperto e non più soltanto nei luoghi chiusi. A firmare l’ordinanza, nel tardo pomeriggio di ieri, è stato il ministro della Salute Roberto Speranza, che ha commentato: “È la conferma che il virus non è ancora sconfitto e che la priorità è continuare ad investire sulla campagna di vaccinazione e sui comportamenti prudenti e corretti di ciascuno di noi”.
A pesare sul passaggio dalla zona bianca alla zona gialla, il superamento degli indicatori che regolano l’ingresso nelle zone a rischio: la regione registra infatti, secondo i dati del monitoraggio Iss-ministero della Salute, un tasso di occupazione delle terapie intensive al 12,1% (contro la soglia del 10%), occupazione posti letto in area medica non critica del 19,4% (contro il 15% di soglia) e incidenza a 7 giorni (20-26 agosto) più alta di tutta Italia con 200,7 casi per 100mila abitanti contro la soglia di 50.
Quali novità comporterebbe questo passaggio? In primo luogo l’utilizzo di mascherine obbligatorie all’aperto (eccezion fatta per i bambini sotto i 6 anni, chi fa sport e chi soffre di particolari patologie).
Bar e ristoranti rimangono aperti, ma con un massimo di 4 persone al tavolo, anche all’aperto. Stessa situazione per le feste e i ricevimenti. Aperti ma con regole più strette teatri, cinema, i musei e le sale concerto. Almeno un metro di distanza si dovrà tenere tra uno spettatore e l’altro e le sale non potranno occupare più del 50% dei posti a sedere. Si prevede un massimo di 1.000 persone all’aperto e 500 negli spazi chiusi.
Il coprifuoco è stato abolito a livello nazionale e non è più in vigore in zona gialla: gli spostamenti tra Comuni e Regioni restano liberi
All’interno degli impianti in zona gialla la capienza consentita non può essere superiore al 25 per cento di quella massima autorizzata: il numero massimo di spettatori non può essere superiore a 2500 per gli impianti all’aperto e a mille per gli impianti al chiuso.
Dopo la firma dell’ordinanza che decreta la zona gialla per la Sicilia, arrivano le prime reazioni. “La Sicilia è la prima regione a diventare zona gialla in Italia, l’assessore Razza scarica subito le responsabilità sui no-vax (per carità ne hanno), Musumeci se la prende con i turisti e con il turismo (purtroppo ci è toccata anche ‘sta farsa). Ma il Governo regionale cosa ha fatto realmente per evitare che la situazione precipitasse? Ve lo dico io: niente!”. Lo scrive su Fb il sottosegretario alle Infrastrutture del M5S Giancarlo Cancelleri.
“Ora è ufficiale: da lunedi la Sicilia è in zona gialla e le prospettive sono pessime. I dati dicono che si rischia la zona arancione. E’ il momento di agire per evitare ulteriori e più gravi restrizioni, questo è un film che abbiamo già visto l’anno scorso”. Lo dice il segretario regionale del PD Sicilia, Anthony Barbagallo, da Marina di Ragusa dove si tiene la Festa regionale dell’Unità. “Il presidente della Regione Musumeci e l’assessore alla Salute – prosegue Barbagallo – la smettano di fare propaganda, di andare in giro per sagre, fiere equine e cene varie. E’ il momento di coinvolgere i medici di famiglia, aumentare sensibilmente il numero di vaccinati, riattivare i posti di terapia intensiva veri e non quelli cartacei che servono per fare campagna elettorale”. “Il PD – aggiunge – è per il vaccino obbligatorio e se, come pare lo è anche Musumeci, consiglio al Governatore di allontanare dalla Giunta chi, invece, si discosta da questo principio e si dimostra un ‘ni vax”.
“Temiamo che con l’autunno si possa ripresentare di nuovo la problematica di un ulteriore colpo di coda, magari meno intenso, ma facilitato dalla riapertura delle scuole e dalle attività che si svolgono principalmente al chiuso”. La zona gialla potrebbe essere soltanto il primo passo verso ulteriori provvedimenti in Sicilia per far fronte all’alto numero di contagi da Covid. Almeno secondo gli esperti, come sostiene il direttore Sanitario dell’IRCCS Istituto Ortopedico Galeazzi di Milano, Fabrizio Pregliasco, “Vediamo come si evolverà la situazione. Ci sono ad esempio già quattro comuni che sono in zona arancione, quindi temo che nel prossimo futuro bisognerà arrivare a decisioni più chirurgiche, sartoriali, ma anche più stringenti rispetto a quelle attuali”. Così il in un’intervista a iNews24.it, sottolineando che l’entrata della Sicilia in zona gialla “è purtroppo è l’effetto del turismo, delle riaperture e forse in qualche caso di un eccesso di disattenzione rispetto alle procedure di sicurezza e a questo nuovo ‘galateo’” e, in combinazione “anche una bassa quota di vaccinati” rispetto ai quali, afferma Pregliasco servirà un “ulteriore sforzo di convincimento che il sistema sanitario regionale già sta facendo, proprio per arrivare a più persone possibile”.
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28 Agosto 2021, 10:29