07 Settembre 2016, 00:22
3 min di lettura
Il nemico giurato è “il populismo” di ogni colore, l’arma per sconfiggerlo è “un salto di qualità: un orizzonte comune nelle politiche su immigrazione e terrorismo”. “L’Europa deve fare scelte che sono all’altezza della sua storia”, dice Pinotti invocando un passaggio strategico dalla “cooperazione all’integrazione”. Gozi propone di tenere insieme “visione e pragmatismo”, incentivando politiche “vincenti” come il piano Juncker e il progetto Erasmus e recuperando terreno nei campi in cui si è registrata una maggiore “assenza” della Ue. Sassoli ritiene che una maggiore cooperazione debba andare a braccetto con analoghi “problemi da affrontare, come la crisi economica” e ricorda che attraverso esperienze come “colonialismo e imperialismo, non abbiamo lasciato un bel ricordo”. Insomma, segna il perimetro del fronte progressista. Dopo il primo giro di interventi, un drappello di attivisti No Muos interrompe la ministra. “Noi il Muos non lo vogliamo”, gridano gli attivisti. La richiesta è di poter leggere una lettera, ma la risposta è un secco rifiuto. “Non la leggiamo nel rispetto delle persone che sono venute a sentire me e non lei”, risponde Pinotti. “Voi non volete il contraddittorio”, dice un attivista. “Non è detto che il contraddittorio si faccia con chi si inserisce violentemente nei dibattiti degli altri”, ribatte Pinotti. Tutto si risolve in pochi secondi come da copione. I militanti sono invitati ad allontanarsi e la ministra li liquida con un secco “le lettere si spediscono”. Il dibattito riprende. La palude di fango creata dalla pioggia pomeridiana ricorda ai presenti che “ci vuole un fisico bestiale” per trascorrere un’altra serata alla Festa de l’Unità.
Pubblicato il
07 Settembre 2016, 00:22