“Sigonella, base strategica”| Pinotti contestata dai No Muos - Live Sicilia

“Sigonella, base strategica”| Pinotti contestata dai No Muos

Un presidio davanti alla Villa Bellini e un fuori programma durante il dibattito: gli attivisti contro la ministra.

 

FESTA DE L’UNITA’
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CATANIA – La festa de “l’Unità” prosegue sotto tono nonostante i fuori programma. Poche presenze e un’aria indolente puntellano anche questo pomeriggio infrasettimanale. La platea del palco centrale alla fine si riempie, complice probabilmente il concerto di Luca Carboni previsto per le 22:00. Ci pensano i contestatori a rendere leggermente più frizzante il clima. Il bersaglio della giornata è la ministra alla Difesa Roberta Pinotti, ribattezzata per l’occasione “ministra dell’offesa”. Un presidio di militanti No Muos, No Nato, attivisti dei collettivi e sindacalisti Usb manifesta fuori dall’ingresso della Villa Bellini. “No al Muos, no a Sigonella e alla guerra: via le basi Usa dalla nostra terra”, è lo slogan scandito dai manifestanti che contestano, tra le altre cose, l’aumento delle spese destinate alle operazioni militari. Una posizione diametralmente opposta a quella della ministra che ritiene la Sicilia una zona “strategica e la base di Sigonella  di fatto una porta-aerei sul mare per la posizione che ha e per la situazione che vive oggi il Mediterraneo”, “un luogo centrale nello scacchiere della sicurezza”. Contestualmente la ministra partecipa a un dibattito sull’Europa confrontandosi con il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Sandro Gozi, e il vice presidente del Parlamento Europeo, David Sassoli. Si discute di Europa. Pinotti traccia il sentiero: “Per fare un passo dopo l’altro bisogna sapere dove si vuole andare”. Posizioni “visionarie” servono a poco, “ è necessario porsi obbiettivi ambiziosi”. Per uscire dall’impasse va rispolverato il “disegno originario di Altero Spinelli”, servono azioni concrete per riprendere fiato dalla Brexit che ha “scosso l’Europa”.

Il nemico giurato è “il populismo” di ogni colore, l’arma per sconfiggerlo è “un salto di qualità: un orizzonte comune nelle politiche su immigrazione e terrorismo”. “L’Europa deve fare scelte che sono all’altezza della sua storia”, dice Pinotti invocando un passaggio strategico dalla “cooperazione all’integrazione”. Gozi propone di tenere insieme “visione e pragmatismo”, incentivando politiche “vincenti” come il piano Juncker e il progetto Erasmus e recuperando terreno nei campi in cui si è registrata una maggiore “assenza” della Ue.  Sassoli ritiene che una maggiore cooperazione debba andare a braccetto con analoghi “problemi da affrontare, come la crisi economica” e ricorda che attraverso esperienze come “colonialismo e imperialismo, non abbiamo lasciato un bel ricordo”. Insomma, segna il perimetro del fronte progressista.  Dopo il primo giro di interventi, un drappello di attivisti No Muos interrompe la ministra. “Noi il Muos non lo vogliamo”, gridano gli attivisti. La richiesta è di poter leggere una lettera, ma la risposta è un secco rifiuto. “Non la leggiamo nel rispetto delle persone che sono venute a sentire me e non lei”, risponde Pinotti. “Voi non volete il contraddittorio”, dice un attivista. “Non è detto che il contraddittorio si faccia con chi si inserisce violentemente nei dibattiti degli altri”, ribatte Pinotti. Tutto si risolve in pochi secondi come da copione. I militanti sono invitati ad allontanarsi e la ministra li liquida con un secco “le lettere si spediscono”. Il dibattito riprende. La palude di fango creata dalla pioggia pomeridiana ricorda ai presenti che “ci vuole un fisico bestiale” per trascorrere un’altra serata alla Festa de l’Unità.

 

 

 


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