Politica

Sottosegretari, quando si dimostra che la Sicilia conta poco

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31 Ottobre 2022, 19:44

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Un solo sottosegretario siciliano, Matilde Siracusano. Più che una rivoluzione un contentino. La lista dei sottosegretariabili siciliani si è ridotta al quasi niente. L’ombra poderosa dei conflitti politici regionali, alla prova dei fatti, ha dimostrato di essere un riflesso ingigantito della pochezza. Il messaggio è lampante: i Vespri non sono presi molto sul serio dalle parti del potere centrale. Da chi, cioè, decide davvero.

E si rivela un’illusione ottica, quasi un miraggio di grandeur, quella per cui, legittimamente, ci si interroga sul destino politico di Gianfranco Miccichè, tra Roma e Palermo, immaginando tifosi ansiosi sugli spalti. C’è la necessaria cronaca giornalistica che segue i movimenti dei ‘papabili’, per lotte che sono reali. E c’è il reflusso dei sussurri che convoca pendolini del toto-nomine, esperti di manuale Cencelli, coloro che dicono di sapere, perché hanno un cugino dello zio di un fratello del salumiere presso cui si serve Giorgia Meloni. E, per settimane, ogni starnuto, a Palermo, sembra che debba provocare uno sconquasso a Roma.

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Ma poi, il verdetto è chiaro: la Sicilia, politicamente, conta poco, o non conta più. Nonostante i suoi interpreti, le personalità sicilianissime ai vertici dello Stato che, però, somigliano a traguardi di storie personali. E sempre lodiamo il voto che ha permesso di affidare l’Italia alla saggia Presidenza di un gentiluomo palermitano. Eppure, nelle stanze concrete – lì dove passano gli strumenti per fare e per disfare – la Sicilia è minoranza. Come forza e come idea.

Così ci resta la suggestione del Ponte sullo Stretto che forse si fa, forse… Una favola per il domani, mentre l’oggi riflette la radiografia di una impotente marginalità. (Roberto Puglisi)

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31 Ottobre 2022, 19:44

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