30 Aprile 2021, 20:27
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PALERMO- Col primo vero caldo, Mondello comincia a essere affollata in modo significativo. Coppie di ragazzini (moltissimi con la mascherina, bravi), ciclisti del venerdì che si allenano per la domenica e passeggiatori instancabili. Il richiamo del sole è forte. Lo stazionamento vietato è un concetto che ognuno interpreta a modo proprio. E torna sempre la solita, angosciosa, domanda: esiste un equilibrio tra le necessarie misure anti-Covid e un minimo di normalità? La voglia di tornare alla vita di sempre, o a qualcosa che le rassomigli, è palpabile e sarebbe strano il contrario. Certe volte sembra un miraggio, in altre occasioni, invece, un traguardo a portata di mano. Molto dipende da noi. E tutto dipende dai vaccini.
C’è uno spiraglio di restaurazione delle cose semplici nella nota di oggi della Regione che annuncia la partenza, il sedici maggio prossimo, della stagione balneare. “I dati sul contagio nella nostra Isola, sebbene in calo e senza pressione sugli ospedali, non possono farci sentire al sicuro – ha detto il presidente Musumeci -. È una fase molto delicata che potrebbe, per la irresponsabile condotta di una minoranza, ricacciare la Sicilia in zona rossa. Per questa ragione abbiamo dovuto fissare a metà maggio la apertura degli stabilimenti balneari, dove gli assembramenti rischiano di vanificare ogni sforzo. Tuttavia, se i dati della prossima settimana dovessero essere rassicuranti, potremmo disporre di anticipare la apertura”.
E già, soltanto a sussurrare le parole ‘stagione balneare’, la memoria si riscalda e assume un odore di abbronzante. Perfino la sabbia negli occhi o la lite con il vicino d’ombrellone, per una fettina di bagnasciuga, assumono le sembianze di un dolce amarcord riproposto dalla foto d’archivio che pubblichiamo. Stessa spiaggia, stesso mare? Forse, un’estate di quasi fine dell’incubo – con le precauzioni e con le prime boccate di allentamento – non sarà una meta irraggiungibile, una chimera, un sogno. Ma, appunto, dipende da noi per la parte nel dramma che possiamo sostenere: quella di chi corre a vaccinarsi, quando è il suo turno, senza rimandare l’appuntamento, né perdere tempo.
E poi c’è la politica che non deve sbagliare più, cercando di proteggere tutti e subito. In Sicilia, come sappiamo, la campagna va a rilento, in particolare per un dettaglio non secondario: tanti che sono nel target degli over sessanta scelgono di non scegliere AstraZeneca, aspettando tempi che immaginano migliori. Alla base di un simile reflusso emotivo ci sono diverse ragioni. Ci sono i fatti di cronaca, ma pure le affermazioni a chiazze delle autorità sanitarie mondiali, europee e nazionali che non sono riuscite a fornire un quadro univoco. Ecco perché, nelle sfaccettature un po’ picassiane di incoerenti bisbigli, le persone si smarriscono. Un’idea che circola è la seguente: apriamo le prenotazioni al di sotto dei sessant’anni e diamo la possibilità, a chi vuole, di immunizzarsi con AstraZeneca, considerando che c’è la raccomandazione a somministrarlo agli over sessanta, non il principio inderogabile.
Si tratta di un concetto, come avevamo anticipato, che si stava facendo largo a Palazzo d’Orleans. Ora è ufficiale, secondo comunicato di prammatica: “Far partire subito le vaccinazioni agli under 60, per dare maggiore impulso alla campagna vaccinale in Sicilia. È la richiesta avanzata dal presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, nella lettera inviata al Commissario straordinario per l’emergenza Covid-19, generale Francesco Figliolo, sottoponendogli anche l’esigenza di estendere la somministrazione del Vaxzevria (AstraZeneca) alla fascia 50-59 anni. La modesta adesione alla proposta vaccinale con AstraZeneca da parte del target 60-69 anni rappresenta una fattispecie assimilabile a quella di esaurimento del target di riferimento che, secondo il piano vaccinale, legittima il passaggio alle classi di età inferiori. Le potenzialità logistiche e organizzative messe in campo dalla Regione consentono di fare un passo in avanti”.
Ed è questo il punto da sottolineare: non si tratta di scavalcare i più anziani che, via via, vengono protetti, ma di affiancare gli altri che, così, potranno imprimere una svolta. Bisogna puntare ai cinquantenni, a chi chiede di essere garantito, a chi si reca, già ora, negli hub e viene rimandato indietro con un sorriso gentile, a malincuore, perché non è arrivato il suo turno. Allo stesso modo, le imprese chiedono di vaccinare i lavoratori.
Stessa spiaggia, stesso mare? Dipenderà da diversi elementi. Dal senso di responsabilità, dall’accortezza, dalla prudenza. E dalla politica che non può sbagliare più.
(foto d’archivio)
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30 Aprile 2021, 20:27