Politica

Strade rotte, piovono risarcimenti| Sette milioni in due anni

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02 Luglio 2020, 06:30

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PALERMO – Sette milioni di euro in due anni. Tanto è costato al comune di Palermo risarcire chi nel capoluogo si è fatto male per una buca stradale, un avvallamento, un marciapiede rotto e ha deciso di fare causa a Palazzo delle Aquile. Un elenco sterminato, fatto di sentenze e importi versati e che, siccome non previsti, sono diventati debiti fuori bilancio.

Decine e decine di casi con somme che vanno dai 200 euro a quasi un milione: un susseguirsi di nominativi, cifre, riferimenti che spazia dai singoli cittadini alle imprese, dagli italiani agli stranieri, tra debiti già approvati dal consiglio comunale e altri restituiti agli uffici. La manutenzione di strade e marciapiedi, infatti, fa capo alla Rap, la partecipata con un contratto in scadenza e che chiede da tempo di potersi liberare di un servizio in perdita: sui circa 10 milioni messi a disposizione dal Comune, infatti, l’azienda di piazzetta Cairoli ne usa appena la metà perché non riesce a fatturare a sufficienza. A questi bisogna aggiungere quelli per il monitoraggio delle strade e il pronto intervento, che invece dovrebbero restare in capo all’azienda.

Il risultato sono strade dissestate o ammalorate che provocano incidenti, scivoloni e inciampi e quindi infortuni, danni e contusioni, con tanto di cause intentate e poi spesso vinte, col Comune costretto a pagare fior di milioni. Palazzo delle Aquile poi si dovrebbe rifare sulla Rap, che ricorre a sua volta all’assicurazione, ma intanto paga e crea debiti fuori bilancio. “I dati non possono che portare il consiglio comunale a eliminare la parte del contratto di servizio di Rap che riguarda il servizio di ‘monitoraggio e pronto intervento’ e che costa 3,4 milioni l’anno – dice il consigliere Ugo Forello – La Rap si è dimostrata del tutto incapace a svolgere, anche in via d’urgenza, queste attività e, in più, non ha mai sostenuto il carico economico dei danni causati, né pagato alcuna penale. Il Comune dovrebbe avviare, per evitare il perpetuarsi di un danno erariale di grande entità, le dovute azioni per il recupero delle somme – continua Forello – Sarebbe illogico, ma anche contrario agli interessi generali, confermare per 15 anni questo servizio”.

E proprio il nuovo contratto è al centro del dibattito in consiglio comunale. Il vecchio è infatti scaduto da un anno ed è stato già prorogato due volte dalla giunta che, proprio ieri, è stata costretta a intervenire con una nuova ordinanza di tre giorni, ma solo limitatamente a raccolta e smaltimento di rifiuti o alle disinfestazioni. Insomma, da ieri ufficialmente a Palermo nessuno si occupa di strade e marciapiedi e l’amministrazione è ancora alla ricerca di una “soluzione ponte”, dal momento che la gara per esternalizzare il servizio non è ancora neanche partita.

Ma il clima a Sala delle Lapidi ieri è stato incandescente, con le opposizioni che hanno provato in tutti i modi a far passare un’altra mini-proroga: troppi i 15 anni del nuovo contratto, inaccettabile (per le minoranze) la mancanza di un piano industriale aggiornato. Vani gli appelli dell’assessore all’Ambiente Sergio Marino e del presidente Giuseppe Norata che hanno invece chiesto di fare in fretta proprio in vista del piano industriale, della mobilità da Reset e dei problemi che la società affronta quotidianamente anche con i fornitori: parole che hanno mandato su tutte le furie le opposizioni, secondo cui sarebbero solo un modo per mettere fretta all’Aula che invece chiede tempo per un atto di mera programmazione.

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Il nuovo contratto, come detto, non comprenderà la manutenzione stradale e soprattutto non presenterà corrispettivi precisi: in poche parole i soldi che la Rap riceverà saranno stabiliti ogni anno dal gettito previsto della Tari. Il che, visti i tempi e l’evasione galoppante, non dovrebbe far dormire sonni tranquilli.

La nota dell’Ance Palermo. “Strade e marciapiedi sono uno dei biglietti da visita di una città e se un’amministrazione non è in grado di prendersene cura fa un danno alla collettività. Quelle di Palermo sono in condizioni disastrose come abbiamo più volte detto, segno tangibile del fatto che chi se ne occupa, o dovrebbe farlo, è del tutto inadeguato ed è una condizione che non possiamo più accettare”.

Ad affermarlo è il presidente di Ance Palermo Massimiliano Miconi. “È inaccettabile – continua – che le casse comunali debbano pagare sette milioni di euro di risarcimenti a cittadini che hanno subito danni fisici a causa della cattiva manutenzione delle strade e si perda ancora tempo nell’affidare questo servizio all’esterno. Quante strade o marciapiedi potrebbero essere rifatti con sette milioni di euro? Abbiamo più volte indicato al Comune quella che ci sembra l’unica via possibile per avere un servizio efficiente – aggiunge Miconi – ovvero manutenzioni fino ad un milione di euro assegnate alle imprese attraverso accordi quadro, come peraltro è stato già fatto per gli interventi manutentivi in parte degli uffici comunali e nelle scuole, con affidamento delle opere ad imprese qualificate che possano così intervenire quartiere per quartiere anche con il sostegno di un protocollo di legalità. Adesso ci auguriamo che i nostri appelli non rimangano inascoltati”.

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02 Luglio 2020, 06:30

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