16 Febbraio 2024, 06:30
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PALERMO – Nella casa dell’orrore ad Altavilla Milicia erano in preda a “un delirio mistico collettivo”. Hanno organizzato un rito di “liberazione”, una “battaglia” per scacciare il demonio che, così credevano, si era impossessato dei corpi di una madre di 41 anni e dei suoi figli di 16 e 5. Si sono chiusi nella villetta ed è stata una strage.
Tutti i presenti – tranne il bambino – sapevano dell’esorcismo, ma solo i carnefici che sarebbe esplosa una violenza cieca che lascia sgomenti. Ne sarebbero stati coscienti i tre arrestati: Giovanni Barreca, marito e padre, che avrebbe chiesto l’aiuto Sabrina Fina e Massimo Carandente, la coppia che vive a Sferracavallo, chiamata a svolgere il rito. Lo sapevano la figlia diciassettenne, scampata alla mattanza, e il fratello Kevin di un anno più piccolo.
L’ordinanza di custodia cautelare firmata dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Termini Imerese, Valeria Gioeli, contiene i messaggi che il ragazzo ha inviato ad un amico. Si faceva riferimento alla presenza di due persone in casa. Due “fratelli di Dio” che dovevano aiutarli a scacciare i demoni. Era una battaglia comune. Tutto fa ipotizzare che stesse parlando di Fina e Carandente.
Contro la coppia ci sono le accuse di Barreca, che domenica scorsa ha chiamato i carabinieri per dire che aveva sterminato la famiglia, e della figlia risparmiata che attribuisce a Fina e Carandente un ruolo preminente rispetto al padre. Sarebbero stati loro a governare il rito di liberazione che prevedeva sevizie e torture.
Antonella Salamone è stata uccisa e bruciata assieme ad abiti e oggetti di casa. Kevin ed Emmanuel sono stati legati con le catene, morti probabilmente per strangolamento ma dopo avere sofferto. Le autopsie daranno, per quanto possibile, risposte sui tempi e le cause dei decessi.
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16 Febbraio 2024, 06:30