Strage di Pizzolungo, l'auto del magistrato Carlo Palermo sarà esposta - Live Sicilia

Strage di Pizzolungo, l’auto del magistrato Carlo Palermo sarà esposta

L'iniziativa dell'amministrazione comunale di Trapani

TRAPANI – L’auto di scorta dell’allora giudice Carlo Palermo, che scampò all’attentato mafioso nei suoi confronti avvenuto il 2 aprile del 1985 nella frazione balneare ericina di Pizzolungo, dove purtroppo perirono Barbara Rizzo e i suoi gemelli Giuseppe e Salvatore Asta, sarà recuperata ed esposta al pubblico. Lo ha annunciato il sindaco Giacomo Tranchida.

La blindata del giudice dilaniata in quell’attentato era stata abbandonata tra i rifiuti in un angolo nascosto dell’autoparco comunale di Trapani. In 35 anni, non si era riusciti a trovare un luogo idoneo dove conservarla o, possibilmente, esporla per rendere omaggio alle vittime, una madre e due minori, di quella tragica mattinata. Nel luogo dove esplose il tritolo, quella mattina di primavera è stata eretta una stele in memoria e ogni anno viene ricordato quell’evento coinvolgendo le scuole ericine in quella che è stata chiamata “la giornata della memoria”.

L’auto su cui viaggiavano madre e figli venne investita in pieno dalla deflagrazione e non rimase molto. La blindata del giudice Carlo Palermo, invece, seppur danneggiata venne sequestrata dal Tribunale di Caltanissetta che coordinò le indagini su quell’attentato. Poi venne depositata nel parcheggio del Tribunale di Trapani per poi essere spostata, negli ultimi venti anni circa, all’interno del parcheggio dell’autoparco comunale di Trapani e lasciata in preda alle intemperie: l’auto si è trasformata in un ammasso di ferro arrugginito.

“Un’immagine eloquente dell’incuria e del silenzio che è calato su quella storia”, così commentò due anni fa proprio l’ex sostituto procuratore Carlo Palermo quando alcuni esponenti della Lega di Trapani chiesero ufficialmente di esporre quell’auto blindata. Ora, finalmente, la giunta comunale guidata dal sindaco Giacomo Tranchida ha deliberato un progetto denominato ‘Da Cosa nostra a casa nostra’, che prevede il recupero per un allestimento artistico-culturale, con dotazione di QRcode (di rimando ad una biblioteca e banca dati informatica sui fatti e misfatti della mafia), e allocazione in sito comunale, esterno e alla pubblica fruizione culturale, di quanto resta dell’auto.


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