24 Agosto 2023, 17:06
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PALERMO – I video su Tik Tok e i messaggi WhatsApp scambiati con un amico dopo la violenza del 7 luglio scorso. Sono questi i punti chiave della nuova ordinanza di custodia cautelare che ha riportato in carcere Riccardo Parrinello, 18 anni, il più piccolo dei sette arrestati per lo stupro avvenuto al Foro Italico di Palermo. Nessun pentimento da parte sua. Al contrario, l’esaltazione del suo comportamento e la caccia ai like social.
Tra il 20 e il 21 agosto scorsi, quando aveva lasciato il carcere ed era stato trasferito in comunità, Parrinello ha iniziato a utilizzare due profili social. I carabinieri del Nucleo investigativo del Comando provinciale lo monitoravano. Ha postato dei video con alcune immagini e un sottofondo musicale. Alcune frasi hanno il tono della sfida e del compiacimento per ciò che aveva fatto: “Chi si mette contro di me si mette contro la morte”; “Le cose belle si fanno con gli amici”. Il riferimento è alla violenza sessuale e all’azione del branco.
In un altro passaggio si gonfiava il petto. Considerava la terribile notte del Foro Italico qualcosa di cui andare fieri: “Sto ricevendo tanti messaggi da ragazze, ragazze ma come faccio a uscire con tutte siete troppe… . Ah volevo ringraziare a chi di continuo dice il mio nome mi state facendo solo pubblicità”.
La violenza è divenuta strumento di conquista e popolarità social: “Arriviamo a mille followers così potrò fare la live e spiegarvi la situazione com’è andata realmente… mi piace trasgredire“. In sottofondo si sente una canzone napoletana dal titolo: ‘Nun se toccano e femmine’. Ed ancora: “La galera è il riposo dei leoni”.
Nella nuova ordinanza di custodia cautelare emessa dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale dei minorenni, su richiesta della procuratrice Claudia Caramanna, ci sono anche alcuni audio choc registrati la notte dal 7 luglio, pochissimo tempo dopo la violenza di gruppo. Ventiquattro minuti dopo le due di notte, un’ora dopo che la diciannovenne era stata abbandonata in strada Parrinello ha inviato un messaggio vocale a un amico: “Compà l’ammazzammu… ti giuro a me matri l’ammazzammu… ti giuro a me sviniu… sviniu chiossà di na vota… minchia sette… u vo capiri manco a canuscevo io compà… ficimu un macello n’addivirtemu”. In sette si erano divertiti mentre facevano sesso a turno con la ragazza che sveniva. E urlava “basta”. Sono frasi che descrivono nei minimi dettagli la stessa scena ripresa da Angelo Flores con il cellulare. Un racconto pieno di dettagli L’amico lo riprendeva: “Però così è brutto”. “Troppo forte, invece”, rispondeva Parrinello.
Allo stato attuale, scrive il gip Antonina Pardo, “sussiste alto il rischio della commissione di altri reati della stessa specie di quello per cui si procede”. Secondo il giudice, “non solo non c’è alcun autentico percorso di revisione critica del proprio operato da parte del giovane, ma questi ha anche dimostrato di essere assolutamente incapace di una sia pur minima autoregolazione emotiva ricercando sui social la notorietà per quanto orribilmente accaduto e compiacendosi dal successo ottenuto con le ragazze che lo contattano”. E così i carabinieri sono andati ad arrestarlo, per la seconda volta.
La chat del 7 luglio “rivela inequivocabilmente l’estremo compiacimento del minore rispetto a quanto accaduto, la sua totale insensibilità rispetto alla atrocità commessa considerata fonte di divertimento e il suo disprezzo per la vittima”. Un comportamento che “induce fondatamente a ritenere che le parziali ammissioni del minore in sede di interrogatorio di garanzia nel corso del quale lo stesso ha ammesso di aver partecipato alla violenza di gruppo alla luce del sopraggiunto quadro investigativo hanno avuto una valenza assolutamente strumentale volta unicamente ad ottenere l’attenuazione della misura”.
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24 Agosto 2023, 17:06