“Su Dell’Utri l’ennesima cazzata!” | (con rispetto parlando)

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23 Ottobre 2009, 19:47

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di GIANFRANCO MICCICHE’

Parlare ancora della vicenda giudiziaria di Marcello Dell’Utri sta diventando ormai un esercizio quasi noioso, ripetitivo. E credo che lo stesso sia per quanti si ritrovano periodicamente a leggere o ascoltare notizie del genere. Non so voi, ma credo che tanta gente si sia stufata dell’ennesima notizia di un Dell’Utri a cui manca solo la coppola e la lupara per far concorrenza al capo dei capi (ma si attrezzeranno anche per questo, con un bel fotomontaggio), si sia stufata dell’ennesima uscita dell’ennesimo Pm che sembra finalmente aver trovato la via illuminata della verità o dell’ennesima dichiarazione dell’ennesimo pentito che riacquista la memoria e ne spara di tutti i colori.

Di sicuro, io sono stufo! Stufo di gridare ai quattro venti (magistratura compresa) la mia assoluta certezza della totale estraneità di Marcello a tutto questo; stufo di prendermela con certa magistratura che, nell’esercitare la Giustizia, non sembra affatto essere bendata come la Dea americana (che davvero non guarda chi ha davanti), stufo di sollevare qualche ragionevole dubbio sulle dichiarazioni di ex assassini che decidono di farsi “promuovere sul campo” e diventano pentiti; stufo di avercela con chi da anni specula mediaticamente su tutto questo. Sono stufo di affrontare un argomento che ha solo del ridicolo!

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Stufo, ma mai domo, perché mai accetterò di starmene a guardare, mentre continuano, imperterriti, a gettare fango su un uomo di raffinatissima cultura, che ha cambiato il volto di questo Paese e lo ha salvato da un destino, quasi scritto, di oscurantismo sinistroide, fondando Forza Italia. Con coraggio!

Perché già allora sapeva che un prezzo lo avrebbe pagato (nessuno però, neanche lui, poteva immaginare quanto alto potesse essere quel prezzo).  Ecco che allora, stanco ma non domo, affido alle parole dello stesso Marcello Dell’Utri il mio ennesimo grido di protesta e d’indignazione:

“Sono tutte grandi cazzate di cui, per fortuna, riesco ancora a ridere. E´ tutto un teatrino che mi fa divertire. Lo faccio passare, altrimenti il danno sarebbe maggiore di quello che viene dalle sentenze. C´è tutta un´organizzazione per dare rilevanza mediatica a delle banalità: evidentemente ci sono obiettivi superiori. Quando tutto sarà finito, ci sarà da fare una riflessione su come sono state condotte alcune inchieste nel nostro Paese. Perché i magistrati, invece di perdere tempo con me, non indagano su chi ha fatto le stragi? I tre processi per l´eccidio di Borsellino pare siano stati un fallimento e non potrà passare sotto silenzio. E invece se la prendono con me e con i carabinieri. La procura tenta di condizionare il processo come hanno detto i miei avvocati. Il fatto che io sia stato il punto di riferimento dopo le stragi per la presunta trattativa tra mafia e Stato è un´assurdità così grossa che non ha bisogno di commenti. E´ una cosa allucinante! I Graviano non li conosco, mai visti, mai sentiti, neanche per telefono. Ho già detto nel processo chi conoscevo e con chi ho parlato”.

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23 Ottobre 2009, 19:47

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