La colpa e l’innocenza | Se il dolore fa male due volte

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19 Maggio 2015, 06:30

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PALERMO – Da qualunque prospettiva umana la si guardi, nella storia di Tania Valguarnera ci sono solo morte, dolore e sofferenza. La morte è quella di una giovane donna dal futuro che diventa passato in un lampo, senza mai essere presente. La categoria del tempo per Tania è una beffa. L’hanno uccisa sull’asfalto di via Libertà.

Il dolore è quello di chi non può trovare consolazione nelle lacrime. Il dolore è negli occhi di chi ha amato Tania e da lei è stata amata. Il dolore è nel gesto di chi con con lei avrebbe voluto edificare una famiglia ed, invece, oggi veste di bianco una sposa che sposa non sarà. Né domani, né mai. Perché per Tania il domani non esiste.

La sofferenza è anche altrove. Lo annotiamo da cronisti negli sguardi dei parenti dell’imputato che si perdono nel vuoto del Palazzo di Giustizia. Impossibile mettere a confronto i sentimenti. Specie quando, come oggi, c’è la morte di mezzo. Mentre Tania Valguarnera è dentro una bara – immobile -, Pietro Sclafani, l’uomo che l’ha investita domenica mattina, a Palermo, attende – agitandosi – in un’aula di giustizia di sapere se dovrà restare in carcere. C’è una differenza incolmabile fra le due posizioni.

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La misericordia, però, è qualcosa che avvicina a chi è in difficoltà, senza la tentazione o l’obbligo di schierarsi. E difficoltà scorgiamo nei gesti e negli sguardi dei parenti di Sclafani. Fuori dall’aula ci sono la moglie, la figlia, il padre e la madre anziani. Soffrono anche loro, in silenzio. Misercordia suscita la vista di un anziano genitore che allunga il collo nella speranza di incrociare lo sguardo del figlio, al di là del vetro spesso che li separa. Una speranza che altrove non esiste. Perché altrove restano solo le lacrime che non consolano.

Da qualunque prospettiva la si guardi, la storia di Tania Valguarnera ci offre morte, dolore e sofferenza. La morte di chi non avrà futuro, il dolore di chi piange davanti ad una bara, la sofferenza di chi guarda un un padre, un marito o un figlio da una prospettiva che nessuno di loro si è scelto.

 

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19 Maggio 2015, 06:30

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