Tasse e tagli agli enti | Il bilancio in Aula

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26 Marzo 2012, 20:50

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Più tasse per tutti. Ma addio a qualche ente inutile, tra cui l’Aran. Soppressione del garante dei detenuti, e vendita dei beni degli Iacp. Sono questi alcuni dei punti presenti in un emendamento a bilancio e Finanziaria, che domani approderanno all’Ars per l’inizio della discussione sui singoli articoli. E si preannuncia battaglia. Il Pdl, infatti, ha già annunciato qualcosa come 750 emendamenti. E anche i sindacati parlano di “interventi inutili e inefficaci”.

Addio a enti inutili e al garante dei detenuti
Qualcuno ironizzerà sul fatto che quell’ente, oggi, sarebbe servito a poco, visto che la Regione ha tolto dal bilancio i soldi per consentire il rinnovo dei contratti dei dipendenti regionali. La soppressione dell’Aran è stata prevista da un emendamento governativo. Le sue funzioni, come chiesto ad esempio a gran voce dalla Cisl, verranno trasferite all’Aran nazionale. In Finanziaria verrà anche introdotto il divieto per gli enti regionali (salvo gravi pericoli per la sicurezza pubblica e con decreto del presidente della Regione) di procedere ad aumenti di capitale, trasferimenti straordinari, aperture di credito e rilasciare garanzie a favore delle società partecipate non quotate che abbiano registrato, per tre esercizi consecutivi, perdite o che abbiano utilizzato riserve disponibili per il ripianamento di perdite. Entro tre mesi dall’entrata in vigore della legge, saranno messi in liquidazione gli organismi e gli enti strumentali regionali con meno di 70 dipendenti, sottoposti a tutela e vigilanza della Regione le cui funzioni sono assicurate esclusivamente mediante trasferimenti diretti. L’assessore di competenza provvederà alla nomina di un commissario per gli adempimenti e il personale sarà trasferito in altro ente o alla Resais.
Prevista anche, ma non è la prima volta, la soppressione dei consorzi di ripopolamento ittico (le funzioni passeranno al dipartimento pesca), dei comitati tecnico-scientifici degli enti parco (le funzioni andranno al Consiglio regionale per la protezione del patrimonio naturale), l’accorpamento dei consorzi di bonifica (saranno mantenuti i livelli occupazionali per chi in servizio alla data del 31 dicembre 20120) nel ‘Consorzio di bonifica per la Sicilia occidentale’ (Trapani, Palermo, Agrigento e Caltanissetta) e quello per la Sicilia orientale (Enna, Ragusa, Catania, Siracusa e Messina), l’abrogazione del Fondo siciliano per l’assistenza e il collocamento dei lavoratori disoccupati col trasferimento delle funzioni all’assessorato alla Famiglia, l’eliminazione della figura del Garante per i detenuti (ruolo attualmente ricoperto dal deputato nazionale Salvo Fleres) con le mansioni trasferite alla Segreteria generale della Regione.

Aumenti e nuove tasse
I rincari, previsti da un emendamento del governo, riguardano riguarderanno le concessioni di acque minerali, termali, a uso industriale, per consumi a uso igienico, per impianti sportivi e servizi antincendio, ma anche per la piscicoltura e l’attraversamento e occupazione del demanio idrico. L’aumento previsto è del 30% . Per i beni demaniali e patrimoniali i canoni di concessione e locazione non potranno essere inferiori a cinquemila euro all’anno e gli importi variano in base alla superficie dei comuni. Una nuova tassa, invece, è stata prevista a carico delle imprese di estrazione nelle cave e sarà commisurata alla quantità di minerale estratto e aggiornata ogni due anni. Graverà sulle imprese che trattano sabbia, ghiaia per calcestruzzi, conglomerati bitumonisi, tout-venant per rimpimenti e sottofondi, materiali per pietrischi (0,50 euro al metro cubo). E ancora: argille, calcare per cemento, per calce e altri usi industriali, gessi, sabbie silicie e torba (0,55 euro al metro cubo); pietre ornamentali (0,80 euro al metro cubo); altri minerali (0,55 euro). Per le concessioni a uso agricolo, invece, il canone annuo sarà pari a 250 euro; sono ripristinate anche le tariffe per la concessione e l’esercizio di funivie, slittovie, sciovie e altri mezzi di trasporto terrestri a fune senza rotaia di interesse regionale.

Aree protette a pagamento
Un biglietto d’ingresso per le aree naturali protette e attrezzate, comprese quelle che si trovano nelle isole minori. C’è anche questo in un emendamento dell’esecutivo alla Finanziaria. Un emendamento che prevede anche, per i privati, la possibilità di gestire all’interno di riserve e parchi, pagando la concessione, alcuni servizi come la vendita di materiale informativo, parcheggi per auto, moto e camper, zone per il campeggio, ristorazione e caffetteria, manifestazioni culturali. Le aree per le quali si pagherà il biglietto d’ingresso saranno individuate con decreto dall’assessore regionale al Territorio, di concerto con quello all’Economia. Per quanto riguarda la concessione di privati di servizi all’interno di parchi e riserve, la norma prevede che “in ogni area naturale protetta facente parte del sistema regionale deve essere prevista una zona ad esclusiva finalità di conservazione nella quale non sono consentite forme dii fruizione”.

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Tagli a indennità e affitti
Erano stati richiesti dal governo nazionale come “condizione” alla cessione temporanea dei Fondi Fas, fondamentali per “chiudere” il bilancio. Ecco i tagli ai cosiddetti “costi della politica”, presenti in un emendamento alla Finanziaria. Alcuni di questi interventi, a dire il vero, tra cui il blocco dei consulenti, la riduzione delle indennità e quella delle auto blu, erano già stati introdotti in via amministrativa, attraverso circolari. Si va dalla riduzione del 10% di indennità e compensi ai componenti di organi di controllo e consigli di amministrazione di società, al declassamento a titolo “onorifico” della partecipazione a comitati e commissioni della Regione e di enti finanziati con fondi regionali. La norma contiene anche il taglio del 15% dei contratti di locazione in scadenza stipulati dall’amministrazione e riguarda anche enti, società, consorzi, agenzie, aziende sanitarie e ospedaliere e un tetto per la spesa relativa alle manutenzioni ordinarie e straordinarie di immobili che non potrà superare l’1,5% del valore del bene valutato dagli uffici tecnici della Regione nel 2012 e il 2% nel 2013.

Vendita dei beni degli Iacp
Per fare cassa, infine, la Regione potrà acquisire e poi dismettere il patrimonio immobiliare degli Istituti autonomi case popolari (Iacp) per la parte non destinata a finalità di edilizia residenziale sociale, sovvenzionata o assistita. A farsi carico della dismissione, entro tre mesi dall’entrata in vigore della norma, saranno uno o più commissari nominati dal presidente della Regione; l’alienazione dei beni avverrà “a valori di mercato e all’esito di procedure a evidenza pubblica, con base d’asta e importo di aggiudicazione non inferiore a quello risultante dai valori attribuiti dall’Agenzia del territorio competente per provincia”.

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Il Pdl promette battaglia. Parla di “entrate fittizie”, e di una Finanziaria che non “ha accolto le sacrosante richieste del movimento dei Forconi”. “Insomma, quest’anno, – ha dichiarato il capogruppo Innocenzo Leontini – e sempre dopo mesi di esercizio provvisorio, la voce entrate è ancora più falsa di quella dei bilanci precedenti. Aspettiamo ancora – ha concluso – un provvedimento di questo governo che vada a favore della Sicilia e dei cittadini”. Critica anche la Uil: “Questa Finanziaria – ha detto il segretario regionale Claudio Barone – non ha certo un profilo strategico. Non  risolve, infatti, tutti i problemi accumulati negli anni e ancor meno sembra spinga allo sviluppo”.

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