03 Febbraio 2020, 18:43
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PALERMO – Un teatro stracolmo, tanta gente rimasta fuori, un clima di grande festa per il comizio palermitano di Matteo Salvini. Fuori però si fanno sentire anche i contestatori. Le Sardine con qualche cartello ironico ma anche militanti della sinistra radicale, che aspettano fino alla fine per contestare il “Capitano” sulle note di Bella ciao. Al Teatro Al Massimo il popolo leghista si stringe attorno al leader che riserva strali continui a Leoluca Orlando e non risparmia anche una battuta sul procedimento penale che lo riguarda.
La diretta della serata
Un teatro strapieno attende l’arrivo del leader della Lega Matteo Salvini per la convention del partito che domani presenterà il neonato gruppo all’Ars. I simpatizzanti della Lega hanno riempito tutti i posti disponibili al Massimo, dove l’ex ministro sta per arrivare. Tanta gente è rimasta fuori. A Palermo si confrontano due anime contrapposte: in piazza Verdi infatti, si stanno radunando le Sardine con coloro che contestano Salvini al grido “Palermo non si lega”
Matteo Salvini è arrivato e ha fatto una breve apparizione sul palco del teatro al Massimo. La manifestazione sta per iniziare in uno sventolio di bandiere leghiste.
In prima fila la nomenclatura siciliana, da Angelo Attaguile a Nino Minardo, i deputati regionali del nuovo gruppo all’Ars, le eurodeputate Tardino e Domato. Sul palco Igor Gelarda.
In prima fila anche Alessandro Pagano e l’attore Fabrizio Bracconeri. Salvini ha fatto una sola battuta prima di sparire dietro le quinte: “Tra un po’ viene il sindaco Orlando”. Ilarità in sala.
“È veramente una gioia essere qui tutti assieme per dare un abbraccio al Capitano. Tutti assieme siamo più forti di quelli che vogliono male. Ma noi vogliamo bene anche a loro”. Cosi dal palco Stefano Candiani.
Salvini entra in scena sulle note di ‘Nessun dorma’. Scende in platea e saluta.
Parte l’inno nazionale, tutti in piedi. Poi salgono sul palco i dirigenti locali del partito.
Salgono sul palco anche tutti i parlamentari, regionali, nazionali ed europei. Applausi tiepidi per gli ultimi arrivati.
Parla il capogruppo Catalfamo, che sottolinea la cifra nazionale della Lega, parla di sbarchi e si prende qualche applauso.
Si susseguono vari interventi, parla anche un dipendente di Almaviva.
E infine tocca a Stefano Candiani: “C’è una Sicilia viva che vuole riscattarsi”, dice. “Siamo tutti con te, Matteo”.
Appare uno striscione #Processatecitutti
Parla Salvini: “Non sopporto l’arroganza. Come fa un sindaco che è il sindaco di tutti i palermitani a dire ‘Io Salvini no lo voglio’. Si dovrebbe vergognare. Miracolosamente oggi Ballarò era pulita, vuol dire che annuncerò ogni settimana una mia visita in una periferia di Palermo”.
Salvini dice che bisogna estirpare “gli spacciatori italiani e nigeriani”. Si sofferma sulla lotta alla droga, ultimo tema caldo del suo repertorio. Poi scherza con i più giovani all’interno del teatro.
Racconta dell’incontro con Musumeci, del business nero dell’acqua, delle infrastrutture. Dice di avere incontrato gli autotrasportatori. E accusa Crocetta di aver creato danni con la riforma delle Province.
“Se i politici di Palermo e Reggio Calabria avessero fatto il loro dovere, non ci sarebbe bisogno di Matteo Salvini. C’è qualcuno che fa l’eroe antimafia e magari combatteva Falcone quando era in vita”.
Salvini poi rivendica la politiche sull’immigrazione: “Sono le otto di sera e non ho ancora ricevuto un avviso do garanzia. Spero che alla fine di questo processo politico i giudici a Palermo tornino a occuparsi di mafia”.
Salvini cita Borsellino (“Chi ha paura muore ogni giorno”). Scatta l’ovazione. “Voi siete il cuore della Sicilia, non quattro figli di papà col Rolex che cantano Bella ciao. Poi loro, seminatori d’amore scrivono “Spara a Salvini”. Ma quelli dell’odio siamo noi”
Poi tocca ai consueti slogan, da “prima gli italiani” all’immancabile Bibbiano, frecciate al “buonista” Orlando e poi l’Italia che “vince se vince tutta insieme”.
“Questa è la settimana di Sanremo, ma se ho mezz’ora spengo la televisione e piuttosto mi leggo un libro”. Applausi. Poi ancora strali a Orlando: “Se uno lo sente parlare in TV pensa che sia il sindaco di Zurigo”.
“Lasciamo a Orlando, agli scoiattolini, alle sardine la caccia al razzista. Noi ci occupiamo di vita reale”.
Finisce la manifestazione. Salvini si sofferma con i giornalisti. Parla di sviluppo del Mezzogiorno, in particolare di lavoro. “La Lega al governo regionale? Non l’ho chiesto. Lo deciderà Musumeci e lo decideranno i siciliani”, risponde il leader leghista a Livesicilia prima di andare via.
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03 Febbraio 2020, 18:43