11 Giugno 2024, 21:58
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CATANIA – La bozza della convenzione per l’affidamento del servizio di tesoreria del Comune di Catania resterà tale – una bozza – ancora per un po’. Durante la seduta del senato cittadino di ieri sera è mancato il numero legale: non c’erano sufficienti consiglieri in aula per approvare o rigettare la delibera.
Mancavano una decina di minuti alle 21 e, come sempre, la seduta è stata rinviata a un’ora dopo. Quando in aula consiliare non si è presentato nessuno. Tutto rimandato a domani, mentre l’amministrazione resta sulla graticola.
Secondo la definizione contenuta nel Tuel (Testo unico degli enti locali), “il servizio di tesoreria consiste nel complesso di operazioni legate alla gestione finanziaria dell’ente locale e finalizzate in particolare alla riscossione delle entrate, al pagamento delle spese, alla custodia di titoli e valori […]”. È, in pratica, la banca del Comune.
Attualmente, il servizio è gestito in proroga. Dopo che per quattro volte, dal 2018 a oggi, sono andate deserte le gare d’appalto, oltre che la manifestazione d’interesse pubblicata per sondare il mercato. Nessuno, pare, vuole fare la banca di un Comune in dissesto. L’ultimo verbale di procedura deserta porta la data del 28 dicembre 2023.
È a quel punto che il municipio decide di cambiare le carte in tavola. Aggiungendo, nella convenzione, un passaggio sulle commissioni a cui avrebbe diritto la banca tesoriera lavorando per Palazzo degli elefanti. Un modo, insomma, per rendere la gara finalmente appetibile. Qui il meccanismo si inceppa.
La modifica alla bozza di convenzione viene presentata all’aula consiliare, dall’assessore al Bilancio Giuseppe Marletta, con la procedura d’urgenza. Ma il senato cittadino, senza distinzione di maggioranza e opposizione, dichiara di non avere avuto il tempo né il modo di studiare la delibera. Era il 28 maggio 2024, di mezzo c’è stata la campagna elettorale per le elezioni europee.
Il tema è tornato in Consiglio comunale stasera. Ma prima che venga affrontato vengono fatti passare avanti altri punti dell’ordine del giorno: un regolamento sulle sanzioni amministrative e quello per l’istituzione della figura dell’ispettore ambientale, tra una battuta e l’altra all’indirizzo dell’assessore ai Rifiuti Salvo Tomarchio, ormai “onorevole” perché in partenza per l’Assemblea regionale siciliana per fare la staffetta con Marco Falcone.
Quando si arriva al momento del voto, Maurizio Caserta, capogruppo del Partito democratico, annuncia la contrarierà del suo gruppo consiliare. Nessun altro parla. Il presidente del Consiglio comunale Sebastiano Anastasi mette la delibera in votazione. L’aula si svuota.
Presenti 16, contrari tre (il Pd), favorevoli 13. Non c’è il numero legale, previsto a 19 presenti. Tra chi vota sì, ovviamente, ci sono pezzi di maggioranza. Ma a fare più rumore sono quelli che, dello stesso centrodestra, sono assenti dall’aula consiliare. A partire dagli esponenti di Fratelli d’Italia, partito del primo cittadino Enrico Trantino; passando per gli eletti nella lista Trantino sindaco e per quelli di Forza Italia.
La maggioranza, insomma, si sgretola di fronte alla tesoreria comunale. Domani, alle 19, si torna in aula con la stessa delibera.
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11 Giugno 2024, 21:58