Andrea Nizza e i “narcos” | Condannati i trafficanti

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31 Marzo 2016, 05:17

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CATANIA – Il latitante Andrea Nizza sta collezionando anni di carcere. Il Gup Santino Mirabella lo ha condannato a 20 anni di reclusione (sentenza di primo grado) per associazione a delinquere finalizzata al traffico di droga. Il giovane boss di Librino sarebbe stato a capo di un cartello del narcotraffico sull’asse Albania-Catania. La rotta utilizzata è quella via mare: tonnellate di marijuana erano stipate in pescherecci che partivano anche dalla Grecia. Stratagemma che doveva servire a depistare gli investigatori della Squadra Mobile, che invece hanno intercettato le imbarcazioni appena hanno toccato i porti catanesi. L’inchiesta Spartivento aveva permesso di sgominare la “joint venture” creata per controllare tre poli della vendita di droga a Picanello, San Cristoforo e naturalmente Librino. Quest’ultimo quartier generale del ricercato numero 1 della Dda di Catania.

Il Gup ha condannato tutti e sei gli imputati che hanno scelto il processo abbreviato. E le pene, considerato il rito alternativo, sono pesanti. Per alcuni sono state accolte le richieste del pm Rocco Liguori, ma non mancano condanne più dure. Al fiancheggiatore di Nizza, Danilo Scordino la pena inflitta è di 10  anni e 8 mesi di reclusione, 14 anni e 8 mesi per Vincenzo Catania, Rocco Morabito e Concetto di Mauro. 13 anni e 4 mesi per Antonino Morabito. 11 anni e 4 mesi di carcere per l’albanese Kasem Piluri. Pena più mite per Salvatore Mirabile condannato a 8 anni e 4 mesi di reclusione.

Molti i patteggiamenti accolti dal Giudice Mirabella. Piero Giuffrida, Alessandro Zuccaro, Alfio Costanzo, Giuseppe Costanzo hanno patteggiato una pena a un anno e dieci mesi e 4 mila euro di multa. Lorenzo Saitta invece due anni di reclusione e 6 mila euro di multa. Giuseppe Grasso 2 anni e 4 mila euro di multa, Francesco La Spada 3 anni e 4400 euro di multa.

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L’INDAGINE – Era il febbraio del 2015 quando la Squadra Mobile ha scoperchiato il “cartello” che aveva monopolizzato il traffico di droga a Catania. L’inchiesta portò a determinare un concreto pericolo di fuga degli indagati: la Procura a quel punto ha emesso sedici fermi (poi convalidati dal Gip). Tra i nomi finiti in manette le nuove leve dei Santapaola capeggiate da Andrea Nizza. Quando i fratelli Fabrizio e Daniele finiscono in carcere il giovane trafficante eredita il controllo degli affari criminali e consolida i rapporti con i fornitori albanesi.

Il cuore dell’inchiesta Spartivento, coordinata in fase di indagine dal pm Antonella Barrera, è stata il monitoraggio di alcuni viaggi sospetti di pescherecci catanesi. La polizia ad un certo punto intercetta due imbarcazioni cariche di “erba”. Armatori e pescatori sono arrestati. Ma quello a cui hanno lavorato i poliziotti è stato capire chi finanziava le ingenti spedizioni di marijuana, pagati in molti casi in anticipo. Le indagini hanno portato al nome di Andrea Nizza e al clan Santapaola. Gli investigatori hanno chiuso il cerchio anche sui nomi dei venditori albanesi (due risultano ancora latitanti). Ma i poliziotti della Narcotici hanno fatto molto di più: hanno ricostruito l’organigramma dei tre cartelli dello spaccio a Librino, Picanello e San Cristoforo che lavoravano per conto della “holding” del narcotraffico di Nizza. Il portavoce delle direttive di Nizza a Librino sarebbe stato Danilo Scordino, mentre il braccio operativo Vincenzo Catania. I fratelli Rocco e Antonino Morabito, invece, sono stati indacati come i capi del gruppo di Picanello in cui operava Concetto Di Mauro. Lorenzo Saitta avrebbe fatto da cerniera con la squadra di San Cristoforo.

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31 Marzo 2016, 05:17

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