Tre secoli fa il violento sisma |Il “big one” che devastò Catania

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11 Gennaio 2016, 18:52

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CATANIA – Per il Catalogo Parametrico dei Terremoti Italiani è stato il più forte evento sismico avvenuto negli ultimi 1000 anni. È il terremoto del 1693 che, esattamente l’11 gennaio (in realtà le scosse furono due: la prima il 9 gennaio e la seconda, a meno di 48 ore dopo) devastava la Sicilia orientale, distruggendo parte del ragusano , i paesi della Piana e distruggendo quel poco di Catania che era sopravvissuta all’eruzione del 1669. Come testimonia ancora oggi una targa posizionata accanto al teatro San Giorgi in via Di Sangiuliano.

Catania, Acireale e i piccoli centri del versante sud-orientale dell’Etna furono quasi interamente distrutti. Tutti i centri della Val di Noto furono praticamente rasi al suolo. Oltre il tremore della terra, quello che danneggiò enormemente la città etnea, fu il successivo maremoto: “a Catania – si legge ne ‘I terremoti nella storia’ – il mare dapprima si ritirò dalla spiaggia per alcune decine di metri, trascinando alcune barche ancorate presso la riva, poi a più riprese si riversò violentemente sulla costa con onde alte oltre 2 metri che entrarono in città fino alla piazza San Filippo (l’attuale piazza Mazzini)”.

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La statistica ufficiale, redatta nel maggio 1693, riporta circa 54.000 morti, di cui quasi 12.000 nella sola Catania (il 63% dei circa 19.000 abitanti di allora); 5.045 (51%) a Ragusa; 1.840 (30%) ad Augusta; 3.000 (25%) a Noto; 3.500 (23%) a Siracusa, e 3.400 (19%) a Modica. Da quel sisma, che provocò tantissime vittime, nasce la città che oggi conosciamo: l’impianto dato dal Vaccarini prende forma proprio nella fase della ricostruzione di Catania dove venne tracciata una nuova pianta urbana, quella che conosciamo oggi.

 

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11 Gennaio 2016, 18:52

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