13 Settembre 2010, 00:26
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”La mafia, purtroppo, è una cosa seria. Può l’antimafia concedersi il lusso di non esserlo?”. Lo scrive il magistrato ed ex parlamentare Giuseppe Ayala, che in un intervento su Repubblica-Palermo invita a ripensare il sistema delle scorte, la cui revoca viene vissuta da alcuni ”come una sorta di diminutio – scrive Ayala -, il venir meno di uno status symbol”.
Ayala, che nel 2001 rinunciò alla scorta, ”dopo averne avvertito già dal ’98 l’inutilità”, ritiene che dalle stragi Falcone e Borsellino ”è partita una fase completamente diversa. La strategia di Cosa nostra è radicalmente cambiata. La lista dei cosiddetti cadaveri eccellenti non ha avuto più bisogno di aggiornamenti. Da oltre diciotto anni Cosa nostra non ammazza più né magistrati, né poliziotti, né uomini politici, né giornalisti. Per
fortuna”. ”Non è forse giunto il momento – conclude Ayala – di avviare una responsabile, sia pur graduale, rivisitazione delle scorte in circolazione?”.
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13 Settembre 2010, 00:26