01 Novembre 2020, 14:07
4 min di lettura
PALERMO – Il governo nazionale e la Regione promettono aiuti in dirittura d’arrivo, ma il turismo continua a pagare lo scotto di un mercato messo al palo dal Covid e finito fuori controllo. L’esecutivo Conte tende la mano agli alberghi col Decreto Ristori, che Federalberghi Sicilia sta studiando nel dettaglio per assicurarsi che nessuno venga dimenticato. Sul fronte regionale, invece, dall’assessorato regionale al Turismo è arrivato il via libera a un sistema di voucher: la Regione siciliana acquisirà servizi turistici che poi metterà a disposizione dei visitatori in forma gratuita. Le strutture ricettive però stanno guardando al presente, con numeri che si traducono in chiusure anche fino alla prossima estate, mentre anche i ristoranti, altra faccia della ‘medaglia’ turismo, chiedono una maggiore considerazione.
Per alberghi e altre attività ricettive, le misure varate dal governo Conte prevedono un contributo a fondo perduto pari al 150 per cento di quello stabilito dal Decreto Rilancio. Il direttore generale di Federalberghi, Alessandro Nucara, in una circolare specifica che il contributo previsto dal Decreto Rilancio era stato calcolato applicando una percentuale alla differenza tra il fatturato del mese di aprile 2020 e quello di aprile 2019. Questa percentuale varia tra il 10 e il 20 per cento, in relazione all’ammontare di ricavi e compensi dell’anno 2019. Nucara ricorda che il contributo spetta anche a chi ha attivato una partita Iva a partire dal 1° gennaio 2019. Per gli stabilimenti termali e i ristoranti, invece, la percentuale di ristoro è del 200 per cento.
Per rendere la Sicilia appetibile a tutti, l’assessore Manlio Messina sta optando per un sistema che si concretizzerà in voucher da convertire in soggiorni sull’Isola. Il primo bando da 37 milioni di euro per partecipare all’iniziativa (qui spiegato nei dettagli) è rivolto a numerose categorie di attività ricettive, fra cui hotel, rifugi, villaggi turistici e affittacamere, ma anche case vacanze, bed and breakfast, agriturismo e altre tipologie di business. I piani di ‘salvataggio’ del turismo prevedono quindi che sia la Regione ad acquisire i servizi di pernottamento offerti dalle strutture, convertendoli poi in buoni gratuiti per i visitatori che programmeranno le vacanze in Sicilia.
“Si va verso il reset, già adesso si ragiona su una riapertura per l’estate prossima”: le parole di Nico Torrisi, presidente di Federalberghi Sicilia, non lasciano dubbi. “Gli aiuti sono un’importante valvola di respiro, ma quando nell’ultimo Dpcm si legge che è sconsigliato viaggiare, allora è chiaro che il turismo naviga in pessime acque”. Torrisi fa presente che “Federalberghi Sicilia si sta assicurando che i contributi del decreto coprano tutti i tipi di attività, comprese quelle stagionali. Bene anche le misure regionali – aggiunge – così come la sospensione dei contributi e la proroga della cassa integrazione per i nostri dipendenti. Speriamo si parta presto con l’erogazione. Il problema però resta il collasso delle nostre strutture, un dato di fatto testimoniato anche dal basso livello di occupazione degli aerei. A parte una boccata d’aria ad agosto, con un picco per le isole minori e le località di mare, in tutta la Sicilia non ha nemmeno più senso parlare in termini di cali. C’è il nulla”.
“Palermo ha registrato negli ultimi sette mesi un crollo della domanda turistica che supera il 60 per cento rispetto a quello del precedente anno”. Lo rileva Confesercenti Palermo, che in una lettera chiede all’amministrazione comunale di proclamare lo stato di crisi e convocare un tavolo di confronto permanente con le associazioni datoriali. “A subire gli effetti negativi delle misure introdotte dal nuovo Dpcm sono soprattutto il settore della ristorazione e tutto l’indotto del turismo”, fa presente l’associazione di categoria alla luce di una riunione che ha coinvolto tutti i componenti della giunta provinciale.
Anche i ristoratori siciliani continuano una ‘battaglia nella battaglia’: alla Regione non chiedono solo maggiori garanzie economiche, ma anche di essere riconosciuti parte integrante del mondo del turismo. Il Movimento imprese ospitalità, organizzazione aderente a Federturismo Confindustria, ha scritto al governatore Nello Musumeci chiedendo “notizie in merito al contributo ‘Incentivi alle imprese turistiche e credito’”. In sostanza il Bonus Sicilia, oggetto del disastroso click day mai andato in porto. “Sappiamo he dopo il flop è stato deciso di redistribuire la cifra a tutti coloro che avevano presentato domanda, il che significherebbe fra due e tremila euro per ogni impresa – commenta Salvatore Longo, vicepresidente nazionale e referente siciliano del movimento –. Soldi che non cambiano il mondo ma per chi ha l’acqua alla gola sarebbero pur sempre qualcosa. Dove sono finiti, presidente?”.
Nel manifestare solidarietà agli imprenditori delle strutture alberghiere, il M.i.o. muove un’ulteriore critica al governo regionale: “Abbiamo potuto notare che ancora una volta è stato messo in luce un aspetto spiacevole, in questo caso con l’idea del sistema voucher: noi ristoratori non siamo praticamente mai inclusi nella sfera turistica – rileva Longo -. Siamo sempre considerati qualcos’altro. Eppure l’espressione ‘vitto e alloggio’ non nasce a caso, né a parole né coi fatti: la ristorazione collabora strettamente con le strutture ricettive e fa parte a tutti gli effetti dell’offerta turistica in Sicilia e in Italia. Siamo nella stessa barca”.
Pubblicato il
01 Novembre 2020, 14:07